Il calcio è strano. Prima può lasciare delusione e sconforto, per poi regalare gioie e soddisfazioni. Altre volte, un pomeriggio può inspiegabilmente rattristarsi proprio quando sembrava perfetto. Misteri di un gioco pazzo ed imprevedibile. Forse è proprio per questo che piace a tutti noi. E, probabilmente, la vittoria di ieri dell’Udinese sul campo dell’Atalanta è ancora più speciale per l’aver invertito una tendenza ed un pronostico, che vedeva i friulani nettamente sfavoriti.

E in effetti l’inizio gara non disattende le considerazioni della vigilia. Primo tempo con uno spartito chiaro e lineare: sono i padroni di casa a dettare il gioco con progressioni improvvise e continui cambi di fascia per disorientare la retroguardia friulana. Gasperini chiede ai suoi di insistere con la pressione laterale, anche per creare continuamente i presupposti per i duelli tra Gomez e Widmer e tra Conti e Samir. Il numero 10 atalantino esibisce un gran repertorio, ma lo svizzero non si fa intimidire. Più complicato il compito dell’altro esterno, che richiede spesso l’intervento di Fofana per essere aiutato. Se l’Udinese non va in svantaggio, il merito è sicuramente di Orestis Karnezis: il portierone greco sfodera tre interventi prodigiosi tra il 9’ ed 19’ minuto. C’è anche la Dea bendata a protezione della porta friulana: la dimostrazione è la traversa colpita al 21’ da Petagna. Non basta? Allora ci pensa Danilo a salvare la conclusione a botta sicura di Gagliardini. Insomma, in generale, il primo tempo è un assedio a strisce nerazzurre. Eppure segna l’Udinese con Duvan Zapata. Tenacia? Fortuna? Forse entrambe. Merito di un giocatore in forte calo nelle ultime uscite, ma finalmente ritrovato nel momento cruciale. Caparbio ed ostinato, si è sbloccato ed è un buon segnale in vista delle prossime partite.

Purtroppo, l’Udinese mantiene la preoccupante tendenza a dilapidare quanto di buono ha fatto e si complica la vita da sola con un avvio di ripresa da incubo. Questo è l’aspetto più preoccupante. Incassare un gol a freddo, dopo un solo minuto di gioco è incredibile ed allarmante. Fortunatamente per i friulani, i padroni di casa pagano lo sforzo iniziale ed un eccesso di sicurezza. Alla lunga i bianconeri mettono fuori la testa, perdono meno palloni, concedono meno terreno. L’Atalanta perde a poco a poco quelle certezze costruite nell’arco del primo tempo. La Dea non riesce ad essere così aggressiva. Rischia di farsi male la squadra di Delneri, quando Widmer, per poco, non infila la sua stessa porta. Ma è un lampo isolato. Le seconde palle non sono più un’esclusiva nerazzurra. Lentamente l’Udinese guadagna campo e trova l’affondo con il contropiede. Al 72’ si sblocca definitivamente l’incontro. Fofana viene servito da Thereau ed inventa una conclusione a giro di rara bellezza. All’86’ si invertono i ruoli: il francese ex City è l’assist man, bravo a lanciare in porta il connazionale per il tris. Partita in archivio e sicuramente un motivo di riflessione su questa intesa speciale nata tra i due galletti in quel di Bergamo.

La gara della svolta? Forse. Sicuramente un’immagine emblematica della giornata di ieri è la parata di Karnezis su Masiello, incipit del contropiede vincente di Thereau. Effetto sliding doors su questa partita, scivolata incredibilmente sui binari di Udine. Ora resta da capire se il salto di qualità è avvenuto veramente.

Sezione: Focus / Data: Lun 12 dicembre 2016 alle 12:00
Autore: Federico Mariani
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