Se l'Udinese ieri pomeriggio è venuta via dal Bentegodi con un punto il merito è quasi esclusivamente del portiere Musso. Per distacco il migliore della partita l'estremo difensore argentino che su Stepinski, durante la ripresa, ha compiuto un autentico miracolo. E ha confermato, parafrasando Adailton, che se c'è da individuare un problema in questo Hellas aggressivo e ben organizzato è proprio nell'attacco, nell'incapacità di finalizzare l'enorme mole di gioco prodotta da Miguel Veloso, da Amrabat e dagli esterni. 

Tornando all'Udinese, la squadra bianconera nelle prime cinque giornate ha conquistato quattro punti, frutto del pareggio di ieri e della sorprendente vittoria nel primo match della stagione contro il Milan, grazie al colpo di testa di Becao. Poi tre sconfitte, e soprattutto un calare di prestazioni a dir poco preoccupante. Prima del pari di Verona, era infatti arrivato il ko interno contro il Brescia, un'altra neopromossa. In quella occasione Musso aveva subito meno, forse sarebbe stato più meritato pareggiare quella partita piuttosto che quella di ieri, ma anche quella occasione aveva evidenziato l'incapacità degli attaccanti di andare a segno: due reti in cinque partite, un solo attaccante a segno - Kevin Lasagna - in occasione della pesante sconfitta interna contro il Parma. Numeri che palesano le difficoltà di una squadra in crisi. Di una squadra costruita per la salvezza e che, mai come quest'anno, dovrà sudare fino alla fine perché i primi scontri diretti non hanno certo dato indicazioni positive. 



Così Igor Tudor non andrà lontano. E non a caso la società ha fatto capire che se il trend sarà questo un cambio di guida tecnica sarà inevitabile. Però c'è da interrogarsi anche su una rosa che è molto lontana da quella di una Udinese nemmeno troppo lontana, che indovinava gli acquisti e viaggiava almeno a metà classifica. Che riusciva a coniugare bel gioco e risultati. Adesso, invece, è difficile individuare in questa rosa elementi di spicco e possibili plusvalenze, future stelle e una base su cui fondare le fortune future. 

Un inedito per la proprietà Pozzo, la più longeva della Serie A dopo la cessione del Milan da parte di Berlusconi. Una parabola iniziata con qualche stagione di troppo scivolata via tra l'anonimato generale e che, in questo campionato, ha consegnato a Udine una squadra palesemente in difficoltà.

Sezione: Focus / Data: Gio 26 settembre 2019 alle 13:30
Autore: Redazione TuttoUdinese
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