Mato Jajalo, fulcro del centrocampo bianconero, ha parlato così ai microfoni di Udinese TV, durante la trasmissione Udinese Tonight: “Non sono uno che parla molto, preferisco parlare in campo e penso che io lo stia facendo nel modo giusto. Devo ripagare la fiducia della società, non ci ho pensato due volte quando mi è stato chiesto di venire qui. Speriamo che il gol possa arrivare presto, domenica ci sono andato vicino, ma l’importante è che abbia segnato Okaka; sono convinto che abbiamo una squadra forte, questa vittoria ci voleva per convincere tutti i giocatori di poter far bene insieme. La rincorsa che De Paul ha fatto per riconquistare un pallone è sinonimo di voglia ed intelligenza; Rodrigo ha capito che deve sacrificarsi, andando a coprire determinati spazi. Questo non si può insegnare ed è bello da vedere.

Ho festeggiato la vittoria con i miei figli, preparando alcune zucche per Halloween; non sono uno a cui piace la vita mondana, preferisco rilassarmi con i miei quattro bambini (tre maschi e una femmina). Anche a loro piace il calcio, vengono sempre a vedermi e sono contenti di come stia andando; abbiamo viaggiato tanto insieme, sono stato abituato così fin da piccolo perché sono cresciuto in una famiglia numerosa. Ci siamo trasferiti in Germania quando ero un bambino, ho acquisito in parte la mentalità tedesca: lavoro sodo, sono una persona abbastanza fredda.

Con Mandragora mi trovo bene, domenica ha fatto un grande lavoro, non si è mai fatto saltare; è bravo tatticamente, mi piace. Ringrazio i miei compagni perché sono in grado di offrirmi sempre una soluzione in mezzo al campo, è il segreto grazie al quale io non perdo palla: non mi innervosisco quasi mai, sono tranquillo quando gioco. Possiamo migliorare in ogni aspetto, non siamo perfetti: dobbiamo sostenerci l’uno con l’altro e mettere grinta in ogni partita.

Il mio carattere è equilibrato, non parlo tanto: a Palermo ho vissuto cinque anni di alti e bassi, ma i miei figli sono cresciuti là e questo è l’importante. Hanno ancora tanti amici e mi chiedono quando torneremo in Sicilia, anche se ora Udine è casa nostra e loro devono capire che il mio lavoro è così.

A Udine mi trovo bene, la società mi ha aiutato molto: non avevo mai visto un’organizzazione del genere. Fuori dal campo mi piace prendermi cura dei miei figli e passare del tempo con loro.

Il compagno più vivace dello spogliatoio è Nestorosvki, ormai lo conosco bene da qualche anno e so perfino cosa stia pensando in un determinato momento; il giocatore più forte con cui ho giocato è Dybala, mentre Enzo Maresca mi ha aiutato molto. Prendo ispirazione da lui.

Ho iniziato come trequartista, ma preferisco giocare davanti alla difesa, come ora; più avanti non so ancora se farò l’allenatore, ma mi piacerebbe rimanere nel mondo del calcio.”

Sezione: Focus / Data: Mar 22 ottobre 2019 alle 14:10
Autore: Nicola Santarossa
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