Sconfitta vera. Durissima, inattesa ma assolutamente meritata.

Contro un coach che l’anno, scorso, a Udine, la vinse da solo dalla panca; contro gente come Toté e Mascolo, con tutto il rispetto buoni ragazzi di categoria; contro una squadra inferiore solo sulla carta, ma quasi mai sul campo.

Di solito cerchiamo di analizzare le sconfitte o le vittorie, dal cantuccio dal quale guardiamo le gare. Potremmo parlare delle spaziature non irreprensibili in difesa, dei tanti attacchi sbagliati a tiro aperto, soprattutto dei due quarti ‘pari´ in cui la squadra subisce sessantadue punti, praticamente tre al minuto quando la media precedente era 1,77 sui 40 minuti; potremmo, ma non lo faremo.

Oggi di basket, da parte udinese, se n’è visto veramente poco. E forse qualcuno dovrebbe riguardarsi l’atteggiamento di Jones durante i 40’, specie quando la formazione di casa appariva col fiato grosso per la mancanza di cambi. Formazione che, per inciso, ha infilato 32 punti negli ultimi dieci minuti quando la difesa bianconera è apparsa inesistente.

Udine perde perché scende in campo pensando sia una formalità. Se dopo dieci gare l’atteggiamento è questo qualcosa ancora non va.

Sabato a Cagliari, contro la cenerentola del girone, urge una testa diversa per invertire immediatamente la rotta. La testa della classifica, con Bologna (imbattuta), Montegranaro e Treviso, se ne sta andando: la GSA deve pensare ancora di più solo a sé stessa ed alla propria crescita. Oggi ho sentito i vertici particolarmente nervosi: lo sarei anch’io.

Graduatorie? Oggi tutti insufficienti, dal coach all’ultimo degli under. La sconfitta più ‘sconfitta’ di questo primo scorcio di stagione: ormai bonus e alibi sono finiti.

Sezione: Focus / Data: Lun 26 novembre 2018 alle 11:00
Autore: Franco Canciani
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