Partita decisiva, quella di domenica, per una GSA che ormai, con realismo, deve guardare al quinto posto come proprio obiettivo di stagione (regolare). Sembrano infatti lontane Montegranaro, Treviso e Verona che si posizioneranno alle spalle della regina Fortitudo, mentre incombe dietro, al sesto posto ma soli due punti di distacco, la 2.015 Forlì.

Come Udine (ma più di recente) i romagnoli hanno giubilato l’allenatore (Giorgio Valli); come Udine hanno recentemente subìto un infortunio traumatico di un uomo-cardine: Cortese per Udine (atteso per i playoff, forse già a Treviso per l’ultima), Tommy Oxilia per i biancorossi. Tommaso, talentuoso ventunenne scuola Virtus, è uscito in barella durante la gara casalinga persa contro Treviso; gli esami strumentali hanno confermato quel che si temeva, il legamento crociato destro andato così come la stagione.

A prescindere dalle rivalità, abbracciamo Tommy, patrimonio del basket italiano, augurandogli di uscirne più forte di prima.

Coach, dicevamo: al posto di Valli è stato scelto un sanfesino come Tonino Porta: quel Marcelo Nicola che ricordiamo in casacca Benetton prima, Montepaschi poi e che si è fatto le ossa come vice di gente come Mahmuti (ancora con gli allora biancoverdi della Marca) e più recentemente Pianigiani all’Hapoel Yerushalaim in Israele. Iniziata la stagione ancora come viceallenatore al Brose Bamberg, da cui è uscito a causa dell’esonero di Bagatskis (a beneficio del nostro Perego) a lui sono legate le prossime fortune forlivesi.

Nicola allena come giocava: talento ma soprattutto passione ed energia. Dai suoi giocatori pretende molto, sicuramente la società biancorossa si gioverà del cambio che, lo dico chiaramente, mi lascia poco tranquillo.

Pane al pane: pronti-via e Marcelo ha già fatto capire agli americani che la società li ha acquistati per offrire ben più del minimo sindacale; contro Treviso la gara era persa, l’hanno rimessa in piedi e solo due infortuni (oltre al ginocchio di Oxilia c’è la ferita al capo di Giachetti) hanno indirizzato la gara verso gli ospiti.

Forlì ha una squadra che conosciamo a memoria: oltre al succitato Giachetti in regia, Kenny Lawson sotto le plance con Melvin Johnson tiratore scelto (32 punti in coppia ad allacciata di scarpe); Marini, solito spauracchio dei bianconeri, sinora MVP della propria squadra (15 punti di media, 36% da tre). L’assenza di Oxilia limiterà di qualcosa le rotazioni (23’ abbondanti di impiego medio per lui), costringendo i vari Donzelli, Bonacini e De Laurentiis a dare qualcosa in più. Da sei gare poi Forlì ha ripescato dalla naftalina Dane Di Liegro, centrone italo-americano di trentun anni già in biancorosso l’anno passato, prima di finire svincolato a giugno.

La gara si vince sui particolari, in particolare vincerà la squadra che riuscirà a superare a pié pari le difficoltà e le depressioni di una stagione vissuta forse sotto le aspettative. Vincerà la squadra che supplirà alle assenze con il gruppo.

Importanti saranno i duelli diretti: Trevis Simpson dovrà scrollarsi di dosso le tristezze delle ultime settimane (1/14 dall’arco nelle ultime due gare disputate) e limitare al contempo Melvin Johnson; Ciccio Pellegrino può ripetere la bella gara dell’andata, quando costrinse un califfo come Lawson a girare al largo.

Di Forlì rispetto i punti nelle mani di tanti componenti il roster, che riescono a spartirsi tiri e canestri come poche squadre nel girone. Rispetto la garra non charrua di Nicola, che dopo la sconfitta contro Treviso ha rifiutato gli alibi che la sfortuna gli avrebbe porto; non temo una squadra tutto sommato (leggermente) inferiore a Udine, in cui Alessandro Amici deve ritrovarsi protagonista come nel suo scorcio alla Leonis.

L’andata? Dopo i primi minuti Udine, esattamente come a Ferrara o Cagliari, pareva averla messa in discesa con vantaggi vicini alle venti lunghezze. Esattamente come a Ferrara e Cagliari il vantaggio si è squagliato rapidamente con parziali da brivido, fino a quando la GSA non è stata più in grado di controbattere: perdendo, come a Ferrara e quasi a Cagliari, la gara (82-88).

Palla a due alle canoniche diciotto in un Carnera che si preannunzia gremito come al solito; la curva forlivese sarà rimpolpata da alcuni tifosi gemellati giuliani, che si gioveranno dell’anticipo alle ore 12:00 della propria gara interna contro la Vanoli di Sacchetti e Diener. Fischieranno Giacomo Dori di Mirano, l’esperto milanese Chersicla e il triestino Moreno Almerigogna. Radiocronaca (stavolta garantita ed a prova di inconvenienti) sulle frequenze di EffeRadio.

Ultimo, doveroso inciso sulla situazione della Pallacanestro Trieste, vittima in questi giorni di qualche problema a livello alto-dirigenziale: aldilà degli sfottò, che ci stanno, nei palazzetti e in cielo, non fa affatto piacere sapere che la passione dei tifosi alabardati sia (stata?) sotto schiaffo di persone poco raccomandabili.

Ovviamente attendiamo le ‘carte’ per trarre giudizi, ma le condizioni nelle quali è stato arrestato Scavone (qualche centinaio di migliaia di euro occultati in uno zainetto, in partenza per Dubai) lasciano poco spazio alle supposizioni.

Voglio sperare che questo non influisca sulla stagione in corso, e su quelle future, del basket triestino. Il prossimo derby lo voglio nella massima serie.

Sezione: Focus / Data: Sab 30 marzo 2019 alle 09:45
Autore: Franco Canciani
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