Una cosa veloce: so che qualche collega ha accusato la testata alla quale offro le mie modeste righe di plagio, minacciandola piuttosto rudemente e riferendosi in particolare a chi scrive di GSA.

Il quale, fino a prova contraria, sarei io.

Ho mille difetti, ma di certo non quello di copiare pezzi altrui. Segnatamente quelli di chi si limita a snocciolare parziali, minuti, tiri realizzati o sbagliati anziché chiedersi, come facciamo noi nel nostro piccino, il perché certe meccaniche di gioco accadano.

Sinora siamo al livello di relata refero, sebbene la fonte sia qualificata e il messaggio inciso su nastro; devo ancora decidere se, ancora una volta, riderci sopra oppure iniziare draconiane azioni. Probabile la prima delle due ipotesi: genti meccaniche e di picciol affare. Se qualcuno ritiene che io sia costretto a copiare per dire le mie sciocchezze intorno alla palla a spicchi non dobbiamo fare altro che prender pezzo-per-pezzo, gara-per-gara e se non troviamo similitudini evidenti… Beh per lui sarebbe stato meglio farsi cospargere di melassa e piume e girare per il paese.

Basta.

Abbiamo deciso di fare un gioco: sottolineiamo, solo un gioco.

Si è pensato di paragonare il probabile starting five di questa stagione con quello più gettonato dell’ultima edizione lardiana della A.P.U. Ciò farà inorridire i puristi, ma il basket è passione. Per me, anche quella per i numeri.

Per sparigliare le carte, essendo rimasta invariata la batteria sotto le plance abbiamo messo Chris Mortellaro nella A.P.U. che verrà e Ciccio Pellegrino in quella dell’anno passato. Nelle altre posizioni, oggi contro ieri, gli accoppiamenti sono Spanghero-Veideman, Dykes-Simpson, Raspino-Cortese, Benevelli-Powell. Avremmo potuto sostituire Penna al play triestino, abbiamo deciso così e dovete starci. Firmato Badoglio.

Il duello meno corretto è quello coloured tra Trevis e Kyndall, dato che il primo l’anno passato giocava in una corazzata ungherese. Poco male, come detto ci stiamo solo divertendo.

Play -  Spanghero, rispetto a Rain, ha segnato meno (11.20 di media contro 12.81) con 3’ in più d’impiego medio; la media da due (46 contro 44) è comparabile, mentre dalla lunetta Veideman tirava con l’83% contro il 77% di Marco. Dall’arco, invece, a parità di tentativi per gara Spanghero ha realizzato 40 tiri su cento, solo 32% l’estone.

Guardia – Dykes ha realizzato nella passata stagione quasi 17 punti di media, col 52% da due, il 71% dalla lunetta e solo il 26% da tre. Simpson (giocava nella massima categoria magiara) ne ha messi 15 ad allacciata di scarpe; se la percentuale da due (50%) è sovrapponibile, migliore risulta il nuovo acquisto sia dalla lunetta (87%) che soprattutto al tiro pesante (41%).

Ala -  Detto che Tommaso avrebbe potuto trovare spazio in questa GSA (come rilievo), il paragone è purtroppo impietoso: Cortese realizza 17 punti a gara (Raspino 7), tira da due col 47%, da tre con il 34% e dalla lunetta col 74% (Tommy rispettivamente 47%, 18%, 67%); paragonabili solo negli assist (2.4 a gara per entrambi) e nelle palle recuperate (una a gara). 13 la valutazione per Ricky, 6.4 per Tommaso.

Ala Grande -  Marshawn è un gran giocatore: Andy un amico, ma l’americano ha realizzato 18.17 punti a gara (6.7 per Benevelli, che ha però giocato meno gare); percentuali da due 61% contro 47% del pesarese; dalla lunetta meglio Andrea, 76% contro 72% (tirando però 1.19 liberi a gara, contro i quasi 5 dell’americano); dalla distanza 42% per Powell, 39% per Benevelli. 8 lampadine svitate da Powell, 3 per Benevelli. 21 di valutazione per la new entry, 4 per il neo-fortitudino.

Pivot – scontro in famiglia, dicevamo. Comparabili le cifre: più minuti per Chris (21’ contro 18’) e punti di media (8.6 contro 7.3). Mortellaro tira meglio da due (63% contro 49%), male dalla lunetta (36 contro 61), dall’arco uno zero tondo contro il 20% del centro siciliano. Valutazione 9.5 per Chris, 12 per Ciccio.

La squadra? Parlando solo del quintetto e dei punti nelle mani dei cinque VS cinque, la GSA di coach Demis smazzerebbe 70.74 punti a gara, quella che ci entusiasmò per intensità l’anno passato solo 50.76. Ho anche scorso le ultime tre stagioni delle due formazioni e i numeri dicono più o meno questo (Benevelli e Raspino porterebbero 5-6 punti in più, Spanghero 1 di meno) ma il buongiorno di questo roster è chiaro sin dal mattino.

E se compariamo (altro esercizio puramente di stile) Udine ed Andrea Costa nelle edizioni 2017/18, scopriamo come Udine abbia tirato di più da due punti e con migliore percentuale (52% contro 50%), ma molto peggio dall’arco (35% contro 29% a favore di Imola). Udine ha realizzato 153 tiri da due punti in più, ma esattamente cento bombe in meno, vanificando così lo sforzo offensivo. Difensivamente è vero che Udine ha concesso una media inferiore agli avversari da due punti (53% Imola, 45% GSA) ma anche il 5% in più dall’arco dei 6.75m, con quasi 60 tiri da tre in più realizzati dai nostri avversari rispetto a quelli dell’ex formazione di Cavina.

Non è quindi vero (ancorché la difesa di Lino sia stata a tratti eccezionale) che le squadre di Demis non difendano. Anzi.

Ultimo dato: i ragazzi di Lardo hanno portato una media di 19.3 attacchi in meno a gara rispetto a quelli che furono di Demis Cavina; prova ne sia stata il numero di palle morte in mano per infrazione dei 24’’, o finite (per l’ultimo tiro) fra le mani di un tiratore non proprio definitivo. Tutto questo in particolare per la mancanza di un play di ruolo, sanata del tutto quest’anno con l’arrivo di Marco e Lorenzo, che rendeva complicato esaurire la prima fase di gioco (portare palla dalla propria lunetta a quella avversaria) in un tempo accettabile.

Amico lettore: se hai avuto la pazienza di arrivare in fondo a questo giocoso e forse inutile florilegio di numeri, ti arrivi forte il mio cachemirizzante abbraccio e la mia incondizionata stima. Mercoledì 22 è media day in quel di Gemona: rimanete sintonizzati per sapere cosa ne pensino i nostri ragazzi.

 

Sezione: Focus / Data: Mer 22 agosto 2018 alle 10:47
Autore: Franco Canciani
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