L'ultimo giorno di mercato ha portato in casa Udinese un altro esterno, che va a completare una batteria di tutto rispetto per mister Velazquez. De Paul (che nonostante il suo stile gioco di anarchico è il punto di riferimento del tecnico, motivo che ne ha bloccato la cessione, che a inizio giugno sembrava scontata), il giovane Machis e il tanto atteso Pussetto sono stati integrati con l'acquisto di Marco D'Alessandro dall'Atalanta. Un italiano con già diversi anni di esperienza in massima categoria, per un integrare giovane e che parla sudamericano. Il ragazzo è arrivato in uno scambio di prestiti (obblighi di riscatto che scatteranno in base al numero di presenze) con Alì Adnan, giocatore che invece era considerato di troppo, visto che dietro nella corsia di sinistra si vuole puntare su Samir e Pezzella, mentre in avanti l'iracheno non ha dato le giuste garanzie.

Nato a Roma il 17 febbraio 1991, Marco D'Alessandro muove i primi passi nelle giovanili della Lazio, per poi passare agli acerrimi rivali della Roma, con i quali debutta anche tra i professionisti, collezionando tre gettoni in Serie A nella stagione 2008-2009. I giallorossi iniziano a mandarlo in prestito per fare esperienza, mentre nel frattempo Marco continua a scalare le categorie delle nazionali giovanili. Scende in B e va al Grosseto, squadra che ambisce a salvarsi senza patemi in categoria. La stagione è positiva, giocando 29 partite e segnano la sua prima rete. Il Bari, appena salvatosi nell'anno del suo ritorno in A, decide di inserire D'Alessandro tra i suoi esterni, ma l'annata pessima dei galletti non aiuta il giovane, che comunque rompe il ghiaccio anche in Coppa Italia, segnando nel 4-1 al Livorno, squadra che si assicurerà le sue prestazioni nel gennaio 2011, totalizzando 13 presenze.

È al Verona però che D'Alessandro inizia a dare veri segnali di crescita. Gioca 27 partite, segna un gol in campionato e due in Coppa Italia e gioca anche nei Play-Off per la promozione in A, persi contro il Varese. A Cesena arriva il salto di qualità. Diventa titolare fisso dei bianconeri e viene confermato anche la stagione dopo, ottenendo in due anni 74 presenze e 5 reti in B, iniziando a mettere in mostra una discreta tecnica quando si tratta di saltare l'uomo e un buon piede per i cross, termina infatti le sue stagioni in cadetteria con un totale di 16 assist. Queste caratteristiche, unite a un senso del gol migliorato, convincono l'Atalanta, sempre attenta ai giovani, ad acquistarlo dalla Roma a titolo definitivo per 3 milioni di euro.

Con in nerazzurri Marco ha la grande occasione per spiccare il volo, ma le cose non vanno tutte per il meglio. Gioca bene, ma sembra sempre mancargli quel qualcosa che fa diventare un giocatore normale un ottimo giocatore. Il 2013 infatti rappresenta il suo ultimo anno con la maglia azzurra. Quella dell'Atalanta è una stagione difficile, gioca spesso negli schemi di Colantuono, ma la squadra rischia seriamente la retrocessione (evitata con il 17esimo posto). D'Alessandro non riesce ad incidere, non andando mai in gol e trovando solo 1 assist. Nell'annata con Edy Reja le cose vanno decisamente meglio. Trova spazio soprattutto nella seconda metà di stagione e mette a curriculum tre reti e tre assist. Viene ovviamente confermato con Gasperini, ma è tra quei giocatori che finiscono nella rivoluzione dell'ex tecnico dell'Inter. 24 presenze quasi tutte da subentrato, 1 gol e 1 assist. Passa così in prestito al Benevento, squadra neopromossa in A, piazza con tanto entusiasmo, ma che pecca di inesperienza. L'ala si conferma spesso tra i migliori in campo, ma gli infortunii e l'annata molto complicata delle Streghe fanno sì che giochi solo 16 volte, mettendo comunque a segno una rete.

Rientra a Bergamo, Gasperini lo testa nel match d'andata di Europa League con il Sarajevo, bocciandolo però al 54'. Si aprono così per lui le porte per un cambio di casacca. L'Udinese, nell'ultimo giorno di mercato, ha bisogno di un'ala che abbia si esperienza, ma che abbia anche dei margini di crescita. Il profilo ideale viene individuato in quello di D'Alessandro e Pradè decide dunque di effettuare l'affondo che risulta decisivo. Ora il ragazzo dovrà sfruttare le chance che avrà a disposizione, rimettendo in mostra la sua tecnica e anche la sua capacità di finalizzare l'azione. Velazquez, che ha sempre usato gli esterni, saprà certamente farne buon uso.

Sezione: Focus / Data: Dom 19 agosto 2018 alle 10:00
Autore: Davide Marchiol
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