Cominciamo da un breve riassunto di quanto successo fin qui. Poco più di un mese fa l’Asl Friuli Centrale aveva, con proprio provvedimento, “bloccato” l’Udinese impedendole di giocare le partite contro Fiorentina e Atalanta. Presa alla sprovvista nel primo caso, la Lega di Serie A fece invece ricorso al Tar riguardo il match contro i bergamaschi, tramite lo strumento del ricorso cautelare che tradizionalmente si adotta quando non si ha il tempo materiale per attendere una decisione con gli ordinari ritmi della giustizia. Ancora più nel dettaglio, la Lega scelse la più urgente delle varie forme cautelari previste nel processo amministrativo, la cautelare monocratica, che vede un solo giudice, il Presidente del Tar in questione, decidere temporaneamente sulla questione.

Temporaneamente, già. Perché è ovvio a tutti che non sarebbe molto giusto affidare una lite a una persona sola, seppure autorevole come il Presidente di un tribunale amministrativo, che tra l’altro aveva solo una manciata di giorni per decidere. Si prevede dunque nella legge che le decisioni così adottate siano riviste una seconda volta, sempre in sede cautelare e dunque, non definitiva, da un collegio di magistrati. E così è avvenuto pochi giorni fa. Il collegio ha, formalmente, respinto il ricorso cautelare della Lega, ciò che ha fatto pensare, erroneamente, che venisse data ragione all’Udinese, la quale ha “con soddisfazione” accolto questa decisione.


Ora, pur non essendo impossibile ed essendo anzi espressamente previsto dalla legge, raramente accade che un’ordinanza collegiale sconfessi un decreto presidenziale. E infatti ciò non è successo. L’Udinese si è limitata alla forma, non ha guardato alla sostanza e cioè alle motivazioni per cui c’è stato questo rigetto. Leggendo l’ordinanza appare infatti chiaro che l’istanza cautelare della Lega viene rigettata semplicemente perché non più utile, essendosi ormai la partita svolta ed avendo la Lega ottenuto ciò che richiedeva. Il Tar dunque non cambia idea: ciò che ha deciso il Presidente, ossia che la partita si dovesse svolgere, è confermato dal collegio che si limita a registrare che “quel che è fatto, è fatto”.

Il processo è dunque virtualmente anche qui non sostanzialmente: proseguirà infatti con l’udienza di merito concluso, ma già lo era un mese fa: la Lega ha avuto ragione a far giocare Udinese-Atalanta, l’Asl ha sbagliato a voler fermare i friulani.

Questa decisione non rende l’Udinese assolutamente vincitrice, anzi la sconfigge un’altra volta.
Sezione: Focus / Data: Mar 15 febbraio 2022 alle 09:00
Autore: Alessandro Poli
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