In molti oggi, all'ufficializzazione del nuovo Direttore Sportivo dell'Udinese, si sono chiesti: "Chi diavolo è Nereo Bonato?" Dopo l'addio di Giaretta, a cui giustamente non è stato rinnovato il contratto dopo tre stagioni di fallimenti e delusioni, forse ci si aspettava un nome diverso, di maggiore spessore e blasone. Si era parlato tanto di Daniele Pradè ma alla fine i Pozzo, come con Iachini, hanno optato per una soluzione diversa, a fari spenti e forse questa volta ci hanno azzeccato davvero.

Giudicare l'operato di un dirigente dalla sua fama non è la cosa giusta. Bonato non sarà famoso ma non è nemmeno uno sprovveduto. Un uomo di poche parole ma una grande applicazione fatta di metodo e programmazione, ciò che serve adesso all'Udinese per ripartire. Una persona seria e competente a cui ora i Pozzo hanno affidato la squadra e a cui spetta mantenere il controllo. Bonato poi è anche un esperto scopritore di talenti, capace di far crescere e valorizzare i giovani, caratteristica questa che manca da troppo a Udine e che dovrà tornare ad essere il motore principale.

A favore di Bonato una carriera fatta di successi e scelte quasi sempre azzeccate. Una carriera tra i pali dignitosa negli anni ’90 sia nella ex C1 sia nella ex C2 con le maglie di Valdagno, Lecco e Brescello e poi agli albori del nuovo terzo millennio, Nereo Bonato, ha vestito i panni del diesse proprio dove aveva in senso professionistico appeso le scarpe, ovvero al Brescello. Poi un biennio a San Marino, un altro a Monza ed uno splendido e più lungo momento nel Sassuolo della corazzata Mapei di Squinzi. A lui sono legati i successi dell’ascesa del Sassuolo nel calcio che conta: arrivato nel 2004 a Piazza Risorgimento, Bonato ha accompagnato la scalata neroverde dalla C2 alla serie A. Sono stati 11 anni in cui il Sassuolo ha tagliato traguardi importanti: il rapporto professionale tra le parti terminò nel giugno 2015 nonostante il dirigente avesse un’intesa con la società del patron Squinzi sino all’estate 2016. Tanti i momenti da ricordare in questa cavalcata neroverde verso i piani alti del calcio nazionale: in tutto questo Bonato ha rappresentato una grande continuità, sempre nei quadri dirigenziali nonostante i cambi di calciatori e guide tecniche. C’è una situazione legata alla carriera gestionale di Bonato da menzionare: l’esonero di Eusebio Di Francesco ad inizio 2013, scelta difficile da comprendere e dolorosa da attuare. Il tempo è giudice e galantuomo e quella che poteva sembrare una decisione spregiudicata si è invece dimostrata in tutta la sua funzionalità; il caro Difra ha saputo reagire al momento no trovando stimoli e motivazioni, poi sappiamo tutti come siano andate le cose. A lui poi va il lancio nel grande calcio di giocatori come Berardi, Zaza e Vrsaljko, grandi protagonisti di queste ultime stagioni. 

Per la rinascita dell'Udinese quindi Bonato può essere davvero l'uomo giusto. 

 

Sezione: Focus / Data: Gio 02 giugno 2016 alle 17:00
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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