Archiviato il 2018 con una sconfitta esterna rimediata in casa della Tezenis Verona, la prima partita del 2019 propone un altro derby, quello contro la De’ Longhi Treviso. Se quella sugli spalti sarà una festa vista la vicinanza tra le tifoserie, ci si augura che quella in campo possa essere una partita dal tono agonistico sostenuto. Treviso arriva al Carnera dopo una sconfitta, quella contro l’Assigeco Piacenza, che ha infranto la serie di vittorie più lunga del campionato dove si sono contate otto vittorie (serie positiva appena pareggiata da Verona). In effetti ci sono alcuni tratti comuni tra la sconfitta trevigiana e quella udinese, uno fra tutti è il tracollo a inizio quarto quarto. Verona ha imposto a Udine un 9-0 mentre Piacenza ha cavalcato addirittura un 12-0. C’è però una grande differenza nel cammino di Treviso e nel cammino dell’Apu e riguarda, ancora una volta, gli scontri contro le squadre di vertice. La De’ Longhi ha sconfitto Verona, Montegranaro e Forlì, le tre squadre che si giocheranno gli ultimi due posti validi per la Coppa Italia, competizione alla quale la squadra veneta è quasi certa di partecipare. Quella contro l’Assigeco è, per i trevigiani, la terza sconfitta dell’anno, la seconda in casa, che però permette alle tre inseguitrici sopra citate di avvicinarsi però a una sola vittoria di svantaggio.

La squadra di coach Alessandro Menetti vanta, piuttosto che un attacco stellare, nel quale trovano comunque spazio le vene realizzative di Dominez Burnett e Amedeo Tessitori, una efficienza difensiva che è seconda solo a Montegranaro nel girone Est. Proprio Tessitori, che l’anno scorso giocava a Biella, sembra rappresentare una doppia minaccia in questo senso, sia in attacco dove viaggia a più di 10 punti di media, sia in difesa dove distribuisce anche qualche stoppata, mettendo insieme dei numeri che gli sono valsi tre convocazioni nella nazionale maggiore nel corso del 2018. Dominez Burnett è invece un realizzatore puro, arrivato a Treviso dopo aver vinto il campionato lettone. Un occhio di riguardo va dato anche a Maalik Wayns, buon tiratore da dietro l’arco e, assieme a Burnett, giocatore che può mettere i compagni nelle condizioni di segnare. Le stesse caratteristiche di Wayns si possono ritrovare anche in Matteo Imbrò, play italiano, senza dimenticarsi dell’altro italiano che, presumibilmente, partirà dalla panchina per diventare un elemento chiave nel corso della partita, vale a dire il friulano Michele Antonutti.

Sezione: Focus / Data: Gio 03 gennaio 2019 alle 13:00
Autore: Francesco Paissan
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