Lo ammetto, non so quanti anni erano che non mi vergognavo di essere tifoso Udinese. Forse dai cori di Coppa Italia in un'Udinese Triestina. Si raggiunse un livello umano bassissimo. Ma non pensavo davvero di dover provare un sentimento tale durante una partita in casa contro la Juve... contro la Juventus!

La prima partita nel nuovo stadio. Non riesco nemmeno a pronunciarne il nome. Per me è Friuli, ma ai Pozzo non interessa, e non interessa al Comune. Sono i soldi che interessano a loro. I soldi, punto e basta. Inizio a guardare la partita e vedo una scritta su Sky: Dacia Arena. Ma come? Non doveva essere Stadio Friuli Dacia Arena? Non dovevano esserci tutti e due i nomi, grande compromesso per far felici i tifosi? Io non ero per nulla d'accordo. Credo nella moderazione che ho sempre usato nel commentare l'Udinese, che ne dicano i vari addetti stampa che si susseguono all'Udinese. Ma si può essere moderati e intransigenti allo stesso tempo. Dacia Arena? Ma Gino & Co. sanno dove stanno lavorando? In che regione? Quanti Friulani con la F maiuscola ci sono al comando dell'Udinese?

Che tristezza Paron: non mi aspetto più nulla da lei, ci mancherebbe. La vedo con un braccio offeso e provo forti sentimenti nei suoi confronti. Sentimenti che non verranno certo scalfiti dagli errori dei suoi figli. Lei è, e rimarrà per sempre, il più grande Presidente (sì, con la P maiuscola) dell'Udinese. Ma da quando lei si è fatto da parte, non vedo più una società di calcio gestita come un'impresa, ma un'impresa curata come un partito politico in malora. Dacia Arena? Non me ne voglia la casa automobilistica, che fa anche qualche bella automobile che avrei voluto comprare (ma che non comprerò mai, mai!), ma come si fa a togliere da uno stadio il nome di una storia magnifica e poi prendere 4 gol come quelli presi oggi? Avevo a casa 3 juventini, uno bolognese e una coppia appena sposata, siciliani. I due siculi mi dicono che a capodanno sono stati da amici di amici a Venzone. Gli è piaciuta. Gli racconto che sia lì che a Gemona, dopo il terremoto, hanno ricostruito tutto come era prima. Lui, tira fuori il cellulare e fa vedere al mio migliore amico, bolognese e juventino, le foto dei mattoni sui quali sono ancora impressi i numeri per segnarli. Racconta cosa gli hanno raccontato sulla ricostruzione. Dice che Venzone è fantastica, bisogna vederla. La mia fidanzata invita il mio amico a venire su con noi. Ma Venzone, Gemona, Tarcento, Lusevera e la Chiusaforte di Cappello non esistono più. Le hanno cancellate per uno sponsor.

Dicono che parte (parte!) dei soldi andranno per la comunità, come se le tasse che paghiamo non bastassero. Poi inizia la partita e nel giro di pochi minuti io mi devo vergognare. Complimenti! Le cose importanti sono altre, no?! Vendere Widmer, Badu, magari riscattare Perica e poi rivenderlo. Magari passiamo un'altra settimana a parlare di voci di esonero dell'allenatore, come fu tempo fa. Parlerà Giarretta, parlerà il responsabile marketing e l'addetto stampa si lamenterà del mio editoriale.

E io penso che ieri ero al cinema a vedere l'ultimo film di Di Caprio, con la regia di Inarritu, a metà fra Ford Coppola e Malick all'inizio e con chiare citazioni di Leone e Kurosawa nel finale. Guardavo i paesaggi e pensavo all'Alta Val Torre, al Monte Negro durante la Grande Guerra. Oggi mi vergogno di tifare per una squadra che è un partito politico. Una società che non sa creare una squadra. Carpi lo posso capire, ma oggi... oggi è troppo. Questa è una partita da Dacia Arena, non da Stadio Friuli. E io, tifoso dell'Udinese, rivoglio lo Stadio Friuli. Vergognatevi!

Sezione: Editoriale / Data: Dom 17 gennaio 2016 alle 19:06
Autore: Giacomo Treppo
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