La partita di Coppa Italia, vinta per 3 - 1 su una giovane Atalanta, pone dei quesiti che verranno risolti, forse, durante il mercato di gennaio. Per ogni settore del campo pare esserci un bisogno in certi ruoli, ma anche una certa abbondanza in altri.

PortieriKarnezis è il titolare indiscusso, dietro di lui sappiamo esserci Scuffet & Meret. I due portierini made in Friuli si stanno distinguendo, l’uno in serie B (preso a pallonate a causa di una difesa del Como non proprio fra le migliori), l’altro nelle partite di Coppa Italia. Se Scuffet pare più agile e veloce, Meret parrebbe più freddo e bravo a posizionarsi. Risulta evidente che fra i due uno sarà di troppo. Risulta altresì evidente, finalmente, che avremo in prima squadra un titolare “furlan”, entro poche stagioni.

Difesa – L’uomo di troppo è Domizzi. Tutti abbiamo letto delle voci di mercato che si rincorrono. Oddo (un nome da segnarsi per le future panchine importanti di serie A) lo vuole per sistemare il punto debole del suo Pescara: la difesa. Il senatore dei campionati di Guidolin ormai non ha più il posto da titolare. Vuole giocare e, forse, ha ragione lui: aspettare che Danilo si assenti è (quanto mento statisticamente) improbabile. Fa strano che un centrale delle qualità di Domizzi, nello spogliatoio e in campo, non possa trovare un posto da titolare in serie A. Se il difensore romano prenderà altre vie, chi sarà il sostituto di Danilo? Tanto più se a gennaio partirà anche Heurtaux…

Centrocampo – Ed ecco: se la “terra di mezzo” è il settore che più risente di un ricambio che non pare sempre adeguato, ci sono ben tre uomini per un posto. L’Udinese è partita in campionato senza un regista, causa l’infortunio del brasiliano Guilherme; ora pare avere un’abbondanza nel ruolo. La prima volta che ho visto Fernandes giocare da regista è stato nella fase finale del campionato Primavera, allenatore Mattiussi. Mi domandavo perché non venisse provato in quel ruolo anche nella prima squadra, quando proprio lì stava il nostro punto debole in fase di costruzione di gioco. La prova di mercoledì sera del portoghese avrà messo senz’altro qualche dubbio a Colantuono e forse anche alla società. Nella gerarchia, dietro Francesco Lodi, artefice di una media punti molto da Europa, dovrebbe esserci il portoghese. Se nel primo tempo abbiamo costruito poco, nella seconda frazione di gioco la manovra veniva costruita in velocità, spesso a due tocchi, con buone aperture sulle fasce e passaggi sempre in verticale, a guadagnare campo. E Guilherme?

Attacco – Tenetevi stretti: l’uomo in più può essere Totò Di Natale? Pare impossibile, eppure il campione vuole smettere. Tutti sappiamo che Di Natale ha un carattere particolare, gli piace essere “coccolato” da società e ambiente. Ha un rapporto molto stretto con il Paron e la sua volontà di smettere pare una boutade destinata a rientrare. Quanto meno, tutti i tifosi lo sperano. Tempo fa ho scritto che Di Natale non aveva problemi fisici, le sue prestazioni al di sotto delle possibilità erano dovute a scarsa applicazione. Ieri sera ne abbiamo avuto la riprova. Fisicamente tiene almeno un’ora alla grande. E’ partito che pareva volersi divertire e basta, con tocchi da amichevole, che fatti da lui sono sempre e comunque oro. Con il passare dei minuti però è subentrata quella fame tipica dei campioni, la prestazione è cambiata, i tocchi e le giocate erano sempre più finalizzate. Per convincere l’highlander napoletano a rimanere in campo almeno fino a giugno bisogna solo ed unicamente parlargli, motivarlo, pur sempre ricordandogli che in una squadra si gioca in 11. Il Paron sicuramente ci riuscirà, anche se… a dir la verità… mercoledì sera in campo c’erano solo 21 giocatori. Ventuno giocatori e un marziano!

Sezione: Editoriale / Data: Gio 03 dicembre 2015 alle 18:30
Autore: Giacomo Treppo
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