Siamo ormai a marzo, e da quando l’Udinese ha ufficialmente iniziato la stagione 2013/2014 sono passati sette mesi. Le aspettative in questa stagione erano abbastanza alte per tutti i tifosi; dopo 3 anni consecutivi da Coppe Europee, ci si aspettava almeno la fase a gironi dell’Europa League e un campionato da metà classifica in tutta tranquillità. Niente però è andato come l’ambiente friulano si aspettava: un’uscita prematura ai preliminari di Europa League (contro una squadra a dir poco modesta) prima di un campionato di sofferenza ed agonia che, tutt’ora, vede la squadra navigare nei bassifondi della classifica, più vicina alla retrocessione che alla salvezza.

In estate tutte le mosse sembravano essere molto buone, soprattutto alla luce degli smantellamenti degli anni precedenti; quest’anno soltanto Benatia è stato ceduto, ma è stata una perdita a metà se si considera che nella scorsa stagione il difensore oggi alla Roma ha giocato soltanto il 50% delle partite.

D’altra parte, sono arrivati innesti importanti: Nico Lopez e Bruno Fernandes su tutti, più un’altra sfilza di brasiliani e altri giovani talenti pescati in giro per il mondo. Tutti, comunque, arrivati con la nomea di piccoli campioncini ma che poco hanno corso in campo.

Ecco, proprio l’attacco è il reparto che oggi è maggiormente sotto la lente d’ingrandimento anche a causa dell’enorme fatica che i bianconeri trovano per arrivare in gol. Ai due sopra citati, le speranze di inizio stagione erano quelle di un recupero totale di Muriel, un grande riscatto di Maicosuel dopo lo sciagurato cucchiaio di Braga, una conferma dell’ottimo Zielinski nella serie di otto vittorie consecutive e un’altra, stellare, stagione di Di Natale. Niente, però, finora si è verificato, o per lo meno non completamente. Nico Lopez e Bruno Fernandes hanno mostrato in più di qualche occasioni numeri di alta scuola ma, ahinoi, non hanno mai trovato continuità in termini di minuti giocati; Muriel ha subito l’ennesimo infortunio da quando veste la maglia bianconera, e stenta a recuperare una condizione accettabile; Maicosuel sembra finito, abbastanza inspiegabilmente, nel dimenticatoio di Guidolin; stesso discorso per Zielinski, che il campo l’ha visto solo in amichevole; Di Natale, infine, sta vivendo una stagione che non è neanche lontana parente delle ultime quattro o cinque. A questi andrebbe aggiunto Ranegie, che ha visto il campo solo per una manciata di minuti ed è poi stato ceduto a gennaio al Watford. Ma questa è un’altra storia.

C’è una cosa, però, che non trova una spiegazione plausibile. Se si vanno a contare i suddetti giocatori, si può notare come in rosa ci siano sei giocatori offensivi a cui va aggiunto il jolly Pereyra. Si possono quindi contare sette giocatori dalle spiccate doti offensive, ma ogni domenica in campo ne scende uno, più un trequartista che però troppo spesso viene relegato a compiti difensivi. Vista come si vuole (ovvero attaccanti o trequartisti), resta il fatto che quasi mai si son visti più di due di loro assieme in campo. Decisamente troppo pochi, con tutti gli altri costretti a spolverare le panchine del Friuli e non solo.

Un potenziale offensivo decisamente altissimo, soprattutto se si considera l’età dei protagonisti che va dalla classe ‘90 di Muriel alla ‘94 di Bruno Fernandes. Un potenziale, appunto, perchè se a Udine nessuno si darà una svegliata e avrà il coraggio di rischiare, tale rimarrà.

E forse, a giugno, non resterà neanche il potenziale....

Sezione: Editoriale / Data: Lun 03 marzo 2014 alle 12:15
Autore: Davide Gani
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