Sì, domenica è stato il punto più basso della gestione Oddo, ma non necessariamente per colpa sua. Da quando ho letto un’intervista del secondo di Delneri, per il quale si era creata una lontananza fra squadra e tecnico; da quel momento mi sono convinto di ciò che sospettavo da tempo. La lontananza fra un tecnico e lo spogliatoio può essere colpa dei senatori o del tecnico, ma di sicuro è responsabilità della società. Anche Sacchi non era ben visto al Milan, al suo arrivo, ma fu un allora vincente Berlusconi a convincere tutti a seguire il tecnico che poi avrebbe legato il suo nome alla storia del club.

Oddo (forse, vorrei sottolinearlo) domenica ha sbagliato formazione. Maxi Lopez in campo ha bisogno di compagni vicini; i nostro terzini perennemente schiacciati allontanavano un centrocampo (già di per sé insufficiente) dall’attacco. Sarebbe stato meglio (forse, continuo a ricordarlo) schierare Jankto, De Paul e Perica e puntare sul contropiede. Ma l’Udinese non avrebbe mai vinto; e non per la forza della Juventus quanto per la pochissima grinta mostrata, per l’arrendevolezza con la quale ha affrontato un big match.

Curiosando, sono andato a guardare un po’ di numeri. Poche sono le squadre nelle quali il secondo marcatore ha segnato più che da noi, e varie sono le squadre davanti a noi in classifica che hanno bomber che segnano come se non meno di Lasagna. Se togliamo le solite grandi e la sorpresa (non tanto) Sampdoria, notiamo addirittura che anche il Milan ha un attacco come il nostro o simile, il Genoa addirittura molto peggiore. Il secondo attaccante della Fiorentina per gol fatti è quel Thereau che segnò parte di quei gol da noi per poi andare in terra toscana.

Di sicuro ci manca un attaccante che possa sostituire Lasagna. Ma se all’andata segnavamo molto anche quando l’attaccante giocava quasi da quinto di centrocampo, allora possiamo benissimo segnare anche nel ritorno. Il calo fisico ci sta, quello mentale no. E’ questo che chiediamo all’Udinese che sabato affronterà il Sassuolo: grinta e disciplina, come visto contro Roma e Milan.

L’altro problema attuale dell’Udinese è la difesa: va bene segnare poco o nulla contro le grandi, ma non ce l’ha mica ordinato il dottore di prendere due gol a partita. Dopo varie partite dove la retroguardia aveva funzionato (finalmente) a meraviglia, torniamo a vedere errori individuali o di posizionamento della squadra. Il gol di Dybala ha del comico se non fosse vero che l’argentino è partito fra due nostri centrocampisti, al limite dell’area di rigore, e nessuno lo ha seguito.

Ergo, aggressività; ergo, disciplina. Sabato affrontiamo il Sassuolo. Tre punti per loro nel ritorno e sei per noi. Un buon gioco il loro che però non sfocia mai in un gol per rigori sbagliati, errori sotto porta di giocatori che desideravano approdare ad altri lidi e una difesa lentissima; un gioco aggressivo il nostro che però domenica ha evidenziato una caduta di stile (chiamiamola così, diplomaticamente…) che non si deve più ripetere.

L’Udinese di Oddo ha fatto tanti punti quanto quella di Delneri all’andata. Segno evidente che non tutte le colpe erano dell’artigiano di Aquileia. Ma vorrei puntualizzare una cosa: a 2 vittorie su 8 partite sono seguite una vittoria e 3 pareggi. L’Udinese perde meno, e già questo è un netto miglioramento. Non ci resta che vincere, iniziare a vincere in quello che sabato sarà l’ennesimo esame di maturità di una squadra che ha giocato malissimo contro la Juventus, ma che fino allora aveva mostrato quella voglia e grinta che tutti noi gli chiediamo.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 14 marzo 2018 alle 18:07
Autore: Giacomo Treppo
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