Dopo la partita persa contro la Fiorentina avevo scritto che a questa Udinese stava mancando quella concentrazione che la aveva portata a una media punti da Europa sicura. Ieri sera ne abbiamo avuto la dimostrazione più lampante. La sconfitta contro l'Inter è ancora più grave, perché questa volta l'Udinese non ha commesso errori tattici, anzi, nel primo tempo la squadra era corta, si apriva bene in ampiezza nella fase offensiva e si chiudeva altrettanto bene in fase difensiva. Contro la squadra viola, a tratti l'Udinese pareva non avere un canovaccio tattico. Ieri sera, in campo, c'era solo una squadra che meritava la vittoria. Eppure anche ieri una sconfitta netta, inequivocabile.

Quella che era la difesa migliore del campionato, dall'arrivo di Felipe e Lodi, ha subito nove gol nelle ultime tre partite. Sette dei quali per errori individuali gravissimi. Si passa dalla marcatura sull'esterno di Piris agli assist di Fernandes e Domizzi. Ma è proprio guardando i nomi di chi ha commesso parte di questi errori che viene da porsi domande ulteriori. Nell'ordine: Danilo, Lodi, Piris. Tre giocatori di sicuro affidamento hanno sbagliato movimenti elementari o passaggi indietro. Dare la colpa alla poca maturità (sta diventando un fattore critico) di Fernandes o al poco utilizzo di Domizzi (che poi sbaglia un movimento elementare) è riduttivo. Anche i giocatori migliori hanno sbagliato.

Ritengo che le cause siano due: la mancanza di umiltà e il gioco che rende la coperta troppo corta. Essere tornati a una media punti europea ha sicuramente montato la testa a vari giocatori che scendono in campo con troppa sicurezza. E se già nel carattere di qualcuno esiste un tarlo, le vittorie e i punti hanno aumentato esponenzialmente un'autostima fallace. Il merito del momento d'oro fino al Chievo era primariamente di Colantuono, spesso criticato e messo alla berlina. E' lui che aveva dato un canovaccio tattico magari non bellissimo ma molto funzionale. Forse, i giocatori che hanno commesso errori gravi dovrebbero ragionarci su.

Il secondo motivo è dovuto alla velocità di gioco. L'Udinese gioca come fosse una squadra di Zeman: veloce, divertente, un calcio fatto di grande qualità. E' successo a Verona, è successo a Firenze ed anche ieri, sfido chiunque a dire che il primo tempo, ai punti, non doveva chiudersi con una vittoria bianconera. Però, per attuare quel tipo di gioco, devi avere qualità ed attenzione. Spesso, sono la stessa cosa. Ci sono fior fiore di difensori e centrocampisti che hanno vinto titoli su titoli senza avere i piedi buoni di Fernandes o di Lodi, o le qualità di Piris, ma avevano la dote di capire quando essere gentili e quando ignoranti (uso un gergo alla Cosmi, che ben spiega l'importanza di alternare inventiva e certezze nel calcio). Forse, i giocatori bianconeri non resistono a certe velocità; le sanno attuare in fase offensiva, ma poi le subiscono in difesa, quando le incertezze vengono fuori. L'assist di Fernandes è colpevole a livello individuale, ma gli errori di Danilo e Lodi sono indici di una difficoltà di squadra.

Stin calmus, diceva Guidolin. Ed aveva ragione. L'Hari Seldon di Udine (cito Asimov e il ciclo delle Fondazioni) era stato profetico. Quando un allenatore sa mettere bene in campo la squadra e questa sa giocare in fase offensiva, bisogna ricordare alla stessa che in fase passiva deve fare le cose semplici. Sembra facile ma non lo è, se giochi veloce non hai il tempo di ragionare, di essere razionale. Allora? Allora bisogna aumentare gli allenamenti, basarli su routine e movimenti tattici in fase difensiva, fino a che non sarà più necessario ragionare su cosa è giusto fare o meno in determinate situazioni, perché avverrà in automatico. Magari anche insegnando a variare le velocità di gioco, maggiore in fase d'attacco, minore in fase di difesa.

E poi, ma qua sfondo una porta aperta, professare umiltà. Non modestia, umiltà... Bisogna avere quella sana paura che porta i giocatori a non sbagliare movimenti o passaggi semplici. L'Udinese ha buttato al vento una partita che poteva diventare mito, e non conta l'arbitro (uno dei migliori in questa stagione), la sfortuna o qualche palo. L'Udinese è artefice del proprio delitto. Da qui bisogna tornare a lavorare.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 13 dicembre 2015 alle 09:06
Autore: Giacomo Treppo
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