Sarà la febbre a trentotto da tre giorni dietro fila, ma l'impressione prima della partita era che questa Udinese le avrebbe prese in lungo e in largo dal Bologna, troppa differenza nelle rose. Noi con un mercato invernale fatto male, il loro magnifico. Noi pieni di infortunati, loro in un periodo di forma invidiabile.

Però... però lo dico da anni, quello che mancava di più all'Udinese non si compra, non gli si paga lo stipendio: è l'organizzazione. Quando scrivo organizzazione, dovete leggere buon senso. Finalmente la dirigenza ha incontrato i tifosi: da una forza disgregante, una dirigenza allo sbando è tornata a usare la testa, il cervello, l'intelligenza. I tifosi friulani saranno brontoloni ma sono buoni. Non sarebbe mai successo nulla. Ed hanno fatto bene a mandare avanti il Paron. Lui è più di un presidente, è un totem e prima della partita più importante dell'anno (fino alla prossima...) bisognava ricompattare l'ambiente, non lasciare indietro nessuno, tanto più i tifosi che sono davvero il dodicesimo giocatore in campo. Loro, con la protesta intrapresa, hanno dimostrato di essere non solo un giocatore, ma anzi il capitano, che ha richiamato tutti ai propri doveri.

Eroi, lasciatemelo dire. I veri eroi, sì, sono quelli che accorrono quando viene giù un ponte a Genova o scoppia un tir pieno di gpl a Bologna, ma sportivamente parlando oggi ho visto in campo undici eroi. Le prestazioni di Pussetto in versione Messi, di Okaka combattente nato, di De Paul che canta e porta la croce per tutte e tredici le stazioni di questa Via Crucis durata 95 minuti. E bravissimi i difensori e Musso. Ma più bravo di tutti è stato Nicola. Sarò partigiano perché era l'allenatore che avrei voluto già in estate, ma questo ragazzo (ha quasi la mia età) ha messo in campo una squadra con due fuori rosa del Watford, tre terzini a centrocampo, un rifinitore a fare quasi da mediano, una mezzala a fare da regista. Eppure ha vinto, e ha vinto con merito. Oggi nessuno può permettersi di dire che la vittoria non sia meritata. Eravamo messi in campo perfettamente e tutti si sono sacrificati al meglio. Davanti avevamo una rosa superiore alla nostra in quantità e qualità, ma abbiamo vinto con lo stesso cuore visto contro il Chievo, solo che due domeniche fa la paura aveva fatto novanta. Oggi no, oggi c'è stato un arbitraggio finalmente all'altezza e anche questo ha fatto la differenza.

Chiudo perché sono vicino al delirio... ammalato, distrutto e contento. Bravi a tutti, se contro il Chievo aveva vinto solo una parte dell'Udinese, contro e nonostante un'altra; oggi hanno vinto tutti, ha vinto la squadra, la società, l'allenatore e la tifoserie. Quando c'è unione, quando c'è organizzazione e buon senso, quando insomma c'è voglia, si possono ottenere risultati straordinari come questo.

Fuarce Udin, sempre!!!

 

 

Bravi!

Sezione: Editoriale / Data: Dom 03 marzo 2019 alle 17:10
Autore: Giacomo Treppo
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