Prima di iniziare una postilla, un piccolo regalo di compleanno al Mister. Quando ho scritto l'editoriale su bello vs brutto, su Velazquez e Nicola, ho scritto che avevano giocato 12 partite entrambi, ma qualche commentatore (viva i social, sono il futuro del giornalismo!) mi ha fatto notare che lo spagnolo aveva giocato 13 partite perché c'era anche la sconfitta interna in Coppa Italia contro il Benevento. Ok, il conteggio aggiornato è che Nicola batte Velazquez 16 a 9 a parità di partite ufficiali. Poi torneremo su questo punto...

Questo editoriale sancisce una piccola pace temporanea fra il giornalaio sottoscritto e l'Udinese. Notate bene, non scrivo l'Udinese Essepià, ma l'Udinese. Il gesto di sabato, ad opera non di Gino Pozzo, ma del Paron e di Pradè (penso che Collavino da solo non sarebbe mai andato né che ai tifosi potesse interessare) è stato un regalo che l'Udinese si è fatta da sola. Non so economicamente quanto sia costato, ma la resa è stata eccezionale. Tanto per fare un esempio: Mbaye contro la Roma e contro la Juventus aveva fatto una partita magnifica, aveva addirittura annullato CR7. Contro di noi più volte è stato inquadrato e sul suo volto leggevo paura, nel secondo tempo. Se Nicola è potuto passare dal 352 al 343 e ha funzionato, credo che parte vada data ad un pubblico che ha “giocato” una delle sue migliori partite.

Inoltre, e finalmente, finalmente e lo ripeto ancora finalmente! la società ha avuto l'idea di incontri programmatici con i tifosi. E' ovvio che fossero presenti quelli che si adoperano in trasferte ed organizzazione, quelli cioè che maggiormente sacrificano parte della loro vita, anche privata, per l'Udinese. E chi dovevano chiamare, me che nemmeno vado allo stadio quest'anno? Prima chi merita! Poi gli altri... scelta giustissima. Se si ripeterà nei momenti di difficoltà è un'ottima idea. Non serve incontrarsi se le cose vanno bene, ognuno ha il suo ruolo, ma un incontro pubblico quando le cose vanno male, o finché non saranno accettabili (e ci siamo ancora dentro alla grande!) è una scelta saggia.

Guarda caso c'è sempre di mezzo il Paron. Per me friulano emigrato che scrivo libri che nessuno leggerà (oltre che giornalaio sono anche “libraio” o “scrittorucolo”) esistono due miti nella terra natia: l'oste Dina in Alta Val Torre con il suo rosso e il Paron alla guida dell'Udinese. Un uomo, con i problemi di salute che ha, con quello che ha passato, che ancora ha le palle, sì, LE PALLE, di affrontare e parlare con i tifosi nei momenti difficili, è un patrimonio che nessun altro ha. Di certo, aiutato da una tifoseria fra le più civili d'Italia. La negazione all'incontro era tanto più offensiva quanto più è riconosciuta universalmente la nostra civiltà di popolo. Posso dare un'idea? Se ci salviamo, perché se retrocediamo non è certo per colpa dei giocatori o dell'allenatore ma di chi ha deciso gestione e mercato, fate una cena (e pagatela voi società!!!) in quel di Gemona o Venzone, luoghi simbolo e sacri dell'Orcolat, simbolo dell'homo friulanis che china la schiena e lavora anche di fronte a Caporetto, terremoto, Vajont etc etc etc....

Questo editoriale è una piccola pace di almeno due settimane, fino alla fine della partita contro il Napoli. Non parlerò di mercato fatto da incompetenti, di infortunati che potremmo farci un album di figurine Panini o di esternazioni a pene di quadrupede. Parlerò di un'unità ritrovata, di una squadra che sa già di perdere le prossime due ma proprio per queste deve mettersi doppiamente alla prova, proseguire e perseguire il lavoro svolto finora e migliorarlo, crescere e rispettare i credo della tifoseria: lavoro, sudore, cuore.

Bravi... ci doveva essere per forza il Paron per tirare fuori qualcosa di buono, di semplice e di buon senso, e quindi in questi tempi bislacchi di magnifico. Continuiamo così! Solo così possiamo salvarci.

 

 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 06 marzo 2019 alle 14:10
Autore: Giacomo Treppo
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