Vedendo questi tre giorni europei in televisione, fatti di vittorie e di gloria altrui, un po' di invidia e di amarezza in noi tifosi friulani c'è. Se già gli anni scorsi guardavamo con tristezza, ma anche con tanta ammirazione, il sogno della Champions soltanto sfiorata e poi abbandonata, e ci consolavamo con l'Europa più piccola il giovedì, quest'anno vedere le altre calcare i campi dell'Europa League mentre noi rimaniamo ad allenarci in quel del Bruseschi non può che crearci un senso di rabbia e di profondo rancore per aver gettato al vento un'opportunità importante, conquistata con tanta fatica nello scorso campionato. Aver chiuso davanti alle grandi a maggio, conquistandosi la qualificazione a giocare le coppe, a sto punto sembra non aver avuto alcun senso. Purtroppo non possiamo nemmeno accorparci a quelle squadre che, come Inter e Roma, libere dall'impegno europeo, possono credere, soprattuto adesso da imbattute in queste prime tre gare, almeno nelle loro intime ambizioni, di dedicare tutto le forze al campionato, puntando alla vittoria finale. Infatti neanche la nostra partenza in campionato è stata memorabile. Una sconfitta fuori alla prima con la Lazio, una vittoria ed un pareggio tra le mura amiche del Friuli, con squadre tutto sommato abbordabili, hanno ridimensionato, almeno per i media che ci denigrano togliendoci dai palinsesti e che ci relegano nelle ultime colonne della cronaca calcistica, le potenzialità e gli obiettivi.

Sarà brutto da assimilare come concetto per noi tifosi ma purtroppo, ora come ora, non siamo altro che una squadra da 40 punti, attrezzatissima si, ma solo per un campionato mediocre. Nulla di più. Per ora però. Non posso infatti credere che il 2014 per l'Udinese sarà soltanto un anno dal basso profilo. Certo per molti fattori sarà un anno di profonda transizione in quel di Udine ma sono convinto che si possa dare di più e che i bianconeri hanno tutte le carte in regola dire la loro nelle posizioni che contano. Sabato, a Verona con il Chievo, potrebbe già ripartire un primo riscatto. Ci arriviamo da favoriti e da più forti sulla carta. È quindi d'obbligo portare fuori punti dal Bentegodi. Una vittoria ci rilancerebbe, grazie agli scontri diretti di chi ci precede, nella parte alta della classifica, a respirare un'aria più buona. Orami noi tifosi ad Udine ci sentiamo parte del calcio che conta, della parte "vip" della serie A, dei nobili che si spartiscono a tavola quello che conta per davvero. Si, saremo anche tifosi di una provinciale che nel grande calcio mondiale conta quanto una formichina in uno zoo pieno di animali bellissimi, ma non toglieteci almeno il diritto di sognare notti leggendarie, sfide epiche da imprimere nelle nostre menti e nella nostra storia. Questa è anche una nostra necessità, come per tutti gli altri tifosi di calcio.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 21 settembre 2013 alle 00:00
Autore: Stefano Pontoni
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