Gentili amici bianconeri, la mia non è una recensione del celebre film in cui Anthony Hopkins interpretava magistralmente Hannibal Lecter, tantomeno è un'analisi più o meno articolata della partita di ieri. 

È un breve racconto di quello che era il clima che si respirava al Friuli. Potrà sembrarvi banale, ma banale non è. Il fascino del calcio è fatto anche di questo: di passione della tifoseria, di cori, di emozioni, di urla, di pianti e di esultanze a squarciagola.  

Eppure ieri, dopo la terza rete giallorossa anche il supporter più accanito è piombato -a piene ragioni- in un silenzio che sa tanto di rassegnazione e sconforto. Il silenzio appunto... quello degli innocenti: di noi tifosi. Oltre 20mila ieri sera che armati di buona volontà e forse di eccessive aspettative hanno riempito il Friuli dopo una delle partite più indegne degli ultimi 60 anni.

Ci si aspettava una prova di orgoglio, si diceva " vale più la prestazione che il risultato", si attendeva quella dimostrazione di attaccamento alla maglia: nulla di tutto ciò. E nonostante questo il pubblico si è dimostrato nuovamente clemente, una moderazione che prima di tutto dimostra l'amore e la fede vera. Perché coprire la squadra di fischi sarebbe stato molto più semplice (e giustificato) ma non serve  urlare per trasmettere qualcosa, in questi casi il silenzio vale davvero più di mille parole o cori.

Ci auguriamo che venga compreso e interpretato il silenzio assordante che è calato nell'ultima mezz'ora. E auspichiamo che al silenzio dei tifosi (innocenti) non risponda il silenzio perpetuo di calciatori e società (colpevoli).

Sezione: Editoriale / Data: Gio 31 ottobre 2019 alle 13:45
Autore: Gianluca Marianini
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