Quando ho scritto l'editoriale precedente, mi sono piovute critiche. Ed è giusto, ognuno vede le cose a modo proprio e le esprime, tanto più nel calcio. Ora, dopo la prima sconfitta in Coppa Italia, in compagnia delle tre squadre di serie A neo-promosse, penso sia più facile capire il senso delle mie parole.

All'Udinese manca un difensore centrale e un attaccante, non per completare una rosa che ha bisogno di rincalzi, ma per dare una parvenza di squadra che si possa salvare. Contro il Benevento sono stati i legni della porta di Nicholas i migliori in campo. Senza di loro la sconfitta sarebbe stata di 1 a 4. E ha ben di che lamentarsi Velazquez per la lentezza dei suoi: anche una squadra lenta può benissimo portare a casa il risultato. Qua i problemi sono altri.

A Udine si potrebbe scrivere il Gattopardo del calcio: tutto deve cambiare perché nulla cambi. Ennesimo anno che si cambia il DS e che si fa mercato con pressapochismo, più alla ricerca dell'affare, del crack da rivendere, che delle pedine necessarie. Non c'è visione di insieme. Non è normale che a pochi giorni dalla fine del mercato siamo ancora alla ricerca di due dei tre problemi sorti l'anno scorso: un attaccante che possa sostituire Lasagna e un difensore che sappia dirigere la difesa. E va pure detto che nessuno ha citato un altro problema per me ben più importante: un incontrista, un mediano, che sappia stare davanti alla difesa. Abbiamo tanti giovani e nessuno che sappia dirigerli in campo. Non è questione che in panchina ci sia Velazquez o Guardiola, ogni squadra in campo ha bisogno di leader ed a noi mancano.

Non me ne voglia Pradè ma in tutta una sessione di mercato estivo è riuscito a far ben poco per risolvere i nostri problemi. Problemi che saranno accentuati dal tipo di gioco del mister spagnolo, molto bello da vedersi ma anche molto pericoloso da attuare. L'Udinese difficilmente sa marcare sui calci piazzati, figurarsi se presa in contropiede. I gol subiti contro i campani sono la dimostrazione di come manchi chi sa aggredire l'uomo. La Serie B è piena di giocatori che lo sanno fare, anche la bassa classifica di serie A. Eppure siamo ancora alla ricerca, dicono le voci, di uno scambio Danilo – De Maio con il Bologna: un'operazione di pura cosmesi per due giocatori invisi alle rispettive tifoserie a suon di errori.

L'Udinese doveva comprare subito quello che le serviva, come dovrebbe fare ogni squadra. Viviamo nel paradosso per il quale si aspettano gli ultimi giorni di mercato mentre si dovrebbe programmare, non improvvisare. Chi è stato allo Stadio ha potuto ammirare diversi giocatori del Benevento, reduci da un girone di ritorno lodevole, che potrebbero benissimo calcare i campi della massima serie e che costano poco. Idem per i giocatori del Crotone, senza citare difensori visti nella serie cadetta l'anno scorso. E' inutile girarci intorno, non esiste programmazione, ma solo un'economia di sussistenza che viene mascherata ancor prima dall'ottimismo dei tifosi più che dalla società.

Spero vivamente di sbagliarmi, ma è dall'ultimo anno di Guidolin che subiamo gol in fotocopia con la difesa ferma o che commette errori imbarazzanti (come aprirsi senza nessun raddoppio o diagonale come nel caso di un gol subito l'altra sera). Ed ogni volta si parla di calcio d'agosto, per voi vivere stagioni mediocri quando non peggiori. Abbiamo un buon attacco al quale manca solo una pedina, quella sì, di rincalzo, ma ci manca il centrocampo e la difesa.

Come aspettarsi che l'umore e il senso di gruppo crescano in questa situazione? Jankto e De Paul, che volevano approdare in altri lidi, sono stati allenati da cinque allenatori diversi in due anni e un ritiro estivo... è ovvio che un calciatore preferisca andare verso altri lidi. Non per niente la Sampdoria ha vinto di misura, sì, ma proprio grazie a un gol di un giocatore giudicato troppo per certe uscite social poco fortunate e poco per il suo apporto in campo. Se al centrocampo fai mancare un mediano interditore che sappia giostrare palla, questi ragazzi possono mostrare meno della metà del loro valore. Visto che a parlare sono tutti buoni, vi faccio qualche esempio: Iachini pare avesse chiesto Viviani del Verona, poi approdato a Ferrara e uno dei più grandi recuperatori di palloni dello scorso campionato, assieme a Barberis del Crotone. Due giocatori che assieme costano, per transfermarket, 5 milioni e mezzo. Dove sta il problema? Era difficile comprare qualche giocatore che costa poco e che facilmente poteva risolvere buona parte dei problemi?

Così iniziamo il campionato con una squadra che ha tanti giocatori di valore (abbiamo apprezzato Machis proprio nell'ultima uscita) ma alla quale manca collante. E senza giocatori esperti a tappare le falle e la continuità di un allenatore sulla panchina della squadra, questo collante si sgretola.

 

Sezione: Editoriale / Data: Lun 13 agosto 2018 alle 18:38
Autore: Giacomo Treppo
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