Sessantatreesimo minuto, e tutto cambiò. Occasione colossale per Palacio, che libero in mezzo all'area sembra poter concludere agevolmente, ma scivola al momento del tiro mandando alta l'ennesima palla-gol. Rimessa, lancio lungo di mezzo esterno di Lazzari, controllo e tiro di Di Natale, gol.

Pochi secondi e tutto quello che la partita aveva fin lì raccontato va in frantumi: dopo un buon avvio, con un'Udinese attenta nelle due fasi e i nerazzurri in attesa, erano stati gli ospiti a prendere l'iniziativa con maggior determinazione; poche comunque le azioni in grado di impensierire Brkic, perlomeno fino al 25', quando un bel passaggio filtrante di Cassano capita tra i piedi di un Palacio pronto a bucare centralmente la difesa friulana: Domizzi lo marca stretto, il contatto c'è ma l'argentino ci mette molto del suo per accentuare la caduta. Stramaccioni può sbraitare, scalpitare e tormentare il quarto uomo quanto vuole, ma Giannoccaro non si lascia intimidire: il rigore non esiste, la simulazione forse, vada per il giallo. A fine partita l'allenatore romano sbotta: “Non siamo fortunati con le decisioni arbitrali, era rigore ed espulsione”: Strama, non te l'hanno ancora detto che Palacio era pure in fuorigioco? Male male eh!
Due minuti più tardi, su punizione, un missile terra-aria di Di Natale si schianta sulla traversa, ma resta una scintilla isolata in un primo tempo deludente da parte dei bianconeri: a centrocampo Allan si concede qualche disattenzione, gli spazi si ampliano e l'Inter può manovrare con maggiore continuità, imponendo il suo ritmo (sostenuto ma non troppo, la Beneamata si allena da quattro giorni in fondo...)

Nella ripresa il copione sembra lo stesso, l'Inter al 50' torna vicinissima al vantaggio grazie a uno slalom gigante di Cassano, che sfonda a sinistra bevendosi Heurtaux – episodio a parte, ottima la prestazione del francese, sempre più concreto e affidabile – purtroppo per i nerazzurri Jonathan interrompe la magia spedendo incredibilmente a lato il pallone smistato da Palacio, uno di quelli da spingere semplicemente in porta. L'Inter continua a forzare, il duo d'attacco friulano non appare invece del tutto affiatato, Muriel a tratti scompare dal gioco e non sembra garantire a Di Natale il sostegno necessario.

Ma eccoci tornati al 63', improvvisa come una folata di vento arriva la rete del vantaggio, un paio di minuti dopo anche la superiorità numerica: Juan Jesus blocca senza mezze misure una progressione centrale di Muriel, secondo giallo e doccia anticipata per lui. L'inerzia della partita ne esce sconvolta, poco dopo Totò grazia Handanovic, Muriel non è altrettanto galante e al 75', ancora dal versante destro, conclude in diagonale per il gol del raddoppio.
Per terminare in bellezza il suo quarto d'ora di fuoco il colombiano si inventa un gran tagliante a sinistra per Pasquale, il suo cross in mezzo non viene intercettato da Samuel (oggi, più che 'The Wall', al massimo una paretina in cartongesso), diventando un assist d'oro per il tap-in del capitano.

Una partita a due facce, che sembrava avviata positivamente per un'Inter tuttavia poco lucida nei momenti decisivi; tutto il contrario dell'Udinese, sorniona e velenosa, capace di chiudere un girone d'andata sovraccarico di impegni in buona posizione: la salvezza è dietro l'angolo, l'Europa un sogno da coltivare. 

Per ora godiamoci il presente: 3-0 e tutti a casa, da Udine non si esce coi tre punti.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 07 gennaio 2013 alle 09:01
Autore: Federica Zille
vedi letture
Print