Con il Parma di Donadoni, l’Udinese ha ottenuto un altro pareggio, il settimo della stagione e quarto consecutivo. Ma questa volta non è l’Udinese a rincorrere l’avversario. E’ il Parma che insegue e che in extremis riesce ad acciuffare un pareggio insperato.


L’Udinese lascia cosi due punti preziosi per strada che potevano sia fare classifica, ma anche dare morale alla squadra. La vittoria manca da troppe partite e portare a casa i tre punti contro il Parma avrebbe dato una bella iniezione di fiducia, sia sul proseguo del campionato, ma anche in vista del match di Europa League di giovedi con l’Anzhi.


I bianconeri sono mancati di lucidità e attenzione, come poi ha anche sottolineato mister Guidolin nel post partita. I friulani ci hanno provato, ma l’atteggiamento mostrato in campo sembrava troppo dimesso, lontano da quello che avevamo visto in altre occasioni. La voglia c’è sempre, ma forse sono mancate le motivazioni. Il pareggio è arrivato solo alla fine e su una distrazione della difesa, quindi sicuramente i ragazzi di Guidolin avevano tutta la voglia di portare a casa i tre punti. Ma in tutta la gara è mancata di brillantezza e di vivacità.


Chiaramente la squadra non può sempre girare a mille ed escludiamo categoricamente che Guidolin e la società non trasmettano fiducia nei loro ragazzi, come qualche disinformato vorrebbe far trapelare. Sono voci che minano solo l’ambiente friulano e che non portano a nulla.


L’Udinese ha dimostrato di esserci, ma la stanchezza, i pochi cambia a disposizione di Guidolin e giocare ogni tre giorni, toglie alla squadra quella lucidità e attenzione che ieri potevano risultare utili ai fini del punteggio finale. Il gol di Marchionni, dove Amauri fa quel che vuole tra la difesa friulana e la rete di Palladino che sfugge alla marcatura di Angella, denotano questo momento di stanchezza dei bianconeri.


Da sottolineare come il recupero dei giallobù nel finale, sia coinciso anche con l’uscita da Di Natale dal terreno di gioco. Il capitano è un trascinatore, non solo per i gol che fa, ma anche per il carisma che mette in campo. La sua presenza influisce sulla squadra. Anche con il Parma si è sbattuto da solo, contro la difesa emiliana per  tutto il tempo che è stato in campo. La squadra lo ha poco assistito, escluso lo stupendo assist di Domizzi sul gol. Ma nelle manovre offensive, Totò è stato lasciato troppo solo. Non c’è stata una buona intesa con Maicosuel, come invece avevamo visto in altre partite. E la sua uscita dal campo, ha spinto la squadra a chiudersi a riccio in difesa negli ultimi minuti. Il Parma ha preso campo e alla fine ha punito questo atteggiamento difensivo dell’Udinese.

I bianconeri sono troppo dipendenti da Di Natale. Sapere che c’è lui in campo sprona la squadra, ma se non c’è, oltre ad accentuarsi le difficoltà offensive bianconere, dove segna praticamente solo Di Natale, anche tutti i reparti della squadra risentono psicologicamente dell’assenza del loro capitano. Ma Di Natale non è eterno e Guidolin deve lavorare su questo. L’Udinese deve vincere anche senza Di Natale in campo.


Giovedi c’è un altro duro impegno. L’Udinese è attesa a Mosca, dove dovrà strappare un risultato positivo contro l’Anzhi di Eto’o. Impegno non facile, ma l’Udinese deve provarci con o senza il suo capitano Totò Di Natale.

Sezione: Editoriale / Data: Lun 19 novembre 2012 alle 09:13
Autore: Stefano Bentivogli / Twitter: @Sbentivogli10
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