Dopo aver smaltito quella che rimane una delusione, forse la maggiore della stagione pensando a quanto la squadra e l’intera tifoseria attendesse i playoff per, chi dimostrare e chi capire, di che pasta fosse realmente fatta questa Apu Gsa, il presidente Alessandro Pedone è tornato a parlare, intervistato dai giornalisti del Messaggero Veneto, riguardo all’annata bianconera fatta più di ombre che di luci. “Pensavamo di aver costruito una squadra competitiva -ha iniziato Pedone- ma il finale è stato traumatico e indigesto. Ripensando alla stagione, quella squadra non ha mai avuto un equilibrio vero". Avere in squadra grandi nomi non ha determinato alla stessa maniera un raggiungimento di un livello altrettanto elevato e questo, per Pedone, è un grande rammarico di quest’anno: “Con un monte stipendi inferiore di molto al nostro, ad esempio, Roseto o Montegranaro, hanno fatto meglio di noi. La delusione più grande è proprio Powell, un atleta cui abbiamo perdonato tanto e che abbiamo pagato tanto, capace però di condizionare con i suoi sbalzi di umore tutto il campionato”. In effetti i capricci, sportivamente parlando, di Powell hanno rappresentato uno dei grandi limiti di una squadra che, nonostante le grandi singolarità, non ha mai avuto un vero leader tecnico. “Ripartirei da Nikolic, uno che tenevo d’occhio dai temi della B e che mi ha sorpreso...”.

Si è parlato anche di allenatori, un tema ricorrente della stagione dell’Apu che proprio in panchina ha dovuto assistere a un cambio tecnico a stagione in corso: “Cavina, gran lavoratore, è stato esonerato, quindi non ci ha soddisfatto. Il discorso su Martelossi è diverso: ha commesso degli errori ma non ha costruito la squadra e ha dovuto fare i conti con gli infortuni. Ora parlerò con lui e vediamo di analizzare gli errori e capire se le nostre strade si divideranno. Una cosa mi posso portare dietro da questa stagione, bisogna partire da un allenatore di spessore, non un giovane inesperto, che il Carnera “divorerebbe” né un coach stile “so tutto io”. Un allenatore che deve costruire una squadra capace di dare spettacolo e farsi amare dal pubblico. Avremmo volto farlo anche quest’anno, in casa l’abbiamo fatto, ma ci siamo trovati con la seconda difesa del campionato con una squadra costruita per essere il miglior attacco. Una stortura amplificata da prestazioni fuori casa a volte sconcertanti”. Prima di Martelossi era anche risuonato alle orecchie degli addetti ai lavori e dei giornalisti il nome di Pozzecco, in questo momento grande protagonista a Sassari: “In gennaio dalla sua Formentera aveva preso un volo per Ronchi per discutere con me il contratto. Era gasatissimo. Mi sono tirato indietro perché qualcuno, che ho ascoltato, mi diceva che i nostri due caratteri incendiari si sarebbero presto scontrati. Lui ci è rimasto malissimo”.

Anche le voci su una possibile vendita della società sono rimbalzate negli ultimi tempi, maggiormente dopo i più recenti risultati della squadra. Ci pensa Pedone a rassicurare i tifosi sul futuro della loro squadra: “Chi parla di vendita non mi conosce”, per poi completare dicendo “La nostra società ha ormai visibilità nazionale. È mia, ma è un patrimonio di tutto il Friuli e noi non vogliamo dipendere da imprenditori completamente decontestualizzati dal territorio. E riguardo al palasport? “Vogliamo una struttura polifunzionale. Entro l’estate i nostri straordinari tifosi sapranno dove e come si realizzerà".

Sezione: Basket / Data: Gio 09 maggio 2019 alle 13:13
Autore: Francesco Paissan
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