La Premier League è la regina dei campionati di calcio in Europa. In Inghilterra il campionato è cresciuto esponenzialmente e fa da traino al mondo del football inteso, oltre che in senso sportivo, anche ‘aziendale’. 

In Inghilterra il giro di affari è davvero grosso e la potenza economica dei club è davvero impressionate. Si investe, si spende, si compra e da tutto ciò si ricavano anche tantissimi utili, molti di più rispetto a quanto si può ricavare in un club di fascia medio alta della nostra serie A. Una crescita degli investimenti da record per una autentica corsa all'oro dove chiunque investa nel mondo del calcio vuol provare ad arrivare. Ad alimentare il motore economico della Premier, su tutto, gli introiti in arrivo nelle casse dei club britannici dai diritti tv, una torta ricchissima, da 3,7 miliardi e che ha permesso, come detto, ai club più piccoli di fare un sostanzioso mercato e alle ‘grandi’, invece, di spendere cifre astronomiche. A farla da padroni, in Gran Bretagna, i club che giocano la Champions League, il 40% del totale con 431 milioni. Il fatto che i grandi calciatori scelgano la Premier (o le due-tre squadre della Liga) rimarrà sempre invariato perché pure le squadre medie possono tranquillamente competere contro le altre. Si gioca di più, i giocatori si stancano e le inglesi guadagnai. Anche i piccoli club non se la passano male. La Premier League è un affare per tutti, soprattutto per chi acquista un club e lo fa galleggiare benino. Per questo motivo i Pozzo, che Oltremanica stanno costruendo un giocattolino niente male almeno finanziariamente, vogliono a tutti i costi portare il Watford alla promozione nella massima serie. Si sa che un club solido economicamente è l'anticamera dei successi futuri. I Pozzo, con Gino al comando, stanno lavorando a tutto ciò, per rendere il club inglese il centro dei loro affari nel mondo del calcio. La serie A non rende abbastanza? Rispetto a quanto si può guadagnare in Inghilterra no.

Sezione: Watford / Data: Mar 31 marzo 2015 alle 12:30
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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