Era il 23 novembre del 2014, l’Udinese del giovane Andrea Stramaccioni affrontava il Chievo allo stadio Friuli. Per il fuoriclasse bianconero era la grande occasione per siglare il suo duecentesimo gol in Serie A e tutto il pubblico accorso allo stadio aspettava solo quello, tutti pronti ad urlare al cielo il nome del loro capitano con tanto di cartoncino bianco e nero con scritto “Totò re del gol”. Ed ecco che, com’era prevedibile, al 43’ del primo tempo Totò stoppa di coscia un pallone in area di rigore e lo scaraventa all’angolino col mancino e realizza il gol numero 200 della sua carriera in Serie A, un traguardo che solo i grandi campioni possono essere capaci di raggiungere. L’ennesima perla di un giocatore che ha scritto la storia dell’Udinese, un altro gol che ha fatto sembrare semplice grazie alla sua infinita classe, scatenando la gioia del proprio pubblico che, ancora una volta, si inchina al suo gioiello per ringraziarlo.

Si, ringraziarlo, perché un tale campione avrebbe sicuramente potuto ambire a piazze più prestigiose, ma lui con il suo cuore ha deciso di rimanere a Udine tutta la sua carriera, facendo diventare grande la squadra bianconera, facendo luccicare gli occhi dei tifosi ogni domenica grazie alle sue continue magie. A due anni di distanza, pensare a quel freddo pomeriggio di novembre fa venire i brividi, ma fa crescere ancora di più la consapevolezza di aver visto per 12 anni uno degli attaccanti più forti del panorama italiano segnare e lottare per la maglia bianconera, come mai nessuno ha fatto e, probabilmente, farà. Grazie ancora capitano, tutti i tuoi gol sono rimasti indelebili nella mente dei tifosi, perché dimenticarli di certo non si può, visto che simili numeri difficilmente riusciremo a rivederli.

Sezione: Storie Bianconere / Data: Mer 23 novembre 2016 alle 16:30
Autore: Stefano Fabbro
vedi letture
Print