Si è detto spesso, forse fin troppe volte, di come l’Udinese nella sua storia si sia fermata sempre sul più bello, sempre sul punto di diventare grande davvero e consacrarsi, salvo poi sprecare grandi occasioni fallendo le cosidette partite della vita e rimanendo di conseguenza ferma nella sua dimensione di eterna incompiuta e di promessa grande squadra. Esempio perfetto di ciò che abbiamo appena detto è rappresentato dall’ ottavo di finale di Coppa UEFA che nella primavera del 2000 ha visto contrapposta la nostra Udinese contro i cechi dello Slavia Praga. I friulani raggiunsero gli ottavi della competizione dopo aver eliminato nell’ordine Aalborg, Legia Varsavia e Bayer Leverkusen, questi ultimi sconfitti in Germania in quello che è ancora oggi definito come il “Miracolo di Leverkusen”.
Una maledetta autorete. Il primo round contro i cechi si giocò il 29 Febbraio alla Eden Arena di Praga. L’Udinese, reduce dalla sconfitta in campionato patita contro la Lazio (2-1), si presentò all’appuntamento con una formazione fortemente rimaneggiata a causa delle numerose assenze, con soprattutto la difesa in piena emergenza viste le defezioni di Sottil e Bertotto. De Canio mandò in campo una formazione molto coperta che giocò una gara attenta e di controllo sull’avversario, che solo in rare occasioni riuscì a rendersi davvero pericoloso. In una gara priva di grandi emozioni che sembrava destinata allo 0-0, arrivò beffarda la sorte a decidere l’esito dell’incontro. Al minuto settantacinque, su un cross senza pretese di Ulich, Marco Zanchi si inventò il più incredibile degli autogoal deviando il pallone di testa nella propria porta battendo l’incolpevole Turci e regalando un fin li inaspettato successo alla squadra allenata da Frantisek Cipro. Fu una sconfitta pesante, specie per il modo rocambolesco in cui maturò, ma nonostante ciò nell’ambiente friulano si respirava ottimismo in vista della gara di ritorno, con una rimonta definita alla vigilia come difficile ma non impossibile. Nel mezzo di quella calda settimana che avrebbe portato al match di ritorno, il successo per 5-2 contro il Cagliari rappresentava la miglior carica in vista di quella che si configurava come la “partita della vita” che in caso di esito positivo avrebbe permesso ai friulani di raggiungere i quarti di finale di Coppa Uefa mai raggiunti dall’Udinese nel corso della sua storia ultracentenaria.
La partita più importante della storia bianconera. La partita si giocò il 7 Marzo in uno stadio Friuli stracolmo che ospitò per l’occasione 24mila supporters pronti a spingere l’Udinese verso la storia. Rispetto all’andata furono recuperati gran parte degli assenti, tra i quali i già citati Sottil e Bertotto che presero il posto rispettivamente di Zamboni e dello sciagurato Zanchi. Memore dell’impresa di Leverkusen, De Canio diede fiducia dal primo minuto a De Sanctis e Margiotta, con quest’ultimo terminale offensivo assieme a Muzzi in un 3-4-1-2 a trazione anteriore. L’Udinese scese in campo con il piglio giusto, con un atteggiamento offensivo che mise da subito in seria difficoltà lo Slavia Praga. Dopo pochi minuti di gioco i bianconeri andarono subito vicini al goal con Fiore che a colpo sicuro da ottima posizione calciò addosso a Cerny. Il vantaggio fu solo rimandato perché al 22esimo su uno spunto di Gargo arrivò la spizzata decisiva di Margiotta che servì a Fiore un assist perfetto che il centrocampista bianconero capitalizzò al meglio fulminando Cerny con un destro all’angolino, pareggiando l’1-0 dell’andata e facendo esplodere di gioia i sostenitori friulani. L’Udinese, galvanizzata dal vantaggio, continuò ad attaccare alla ricerca del goal qualificazione concedendo però spazi invitanti che i cechi sfruttarono al meglio sul finire della prima frazione. Sugli sviluppi di una punizione di Horvath, Koller di testa trafisse l’incolpevole De Sanctis portando il punteggio in parità e facendo cadere lo sconforto sull’intero stadio che fin li stava assaporando un sogno che si stava trasformando minuto dopo minuto in realtà. A conti fatti lo Slavia Praga fino a quel momento aveva segnato due reti facendo un solo tiro in porta tra andata e ritorno.
In avanti a testa bassa. Con due reti da segnare, l’Udinese iniziò la ripresa generosamente all’attacco con lo Slavia Praga arroccato in difesa a protezione del risultato. De Canio le provò tutte mandando in campo Sosa al 6’ della ripresa al posto di uno spento Margiotta e trenta secondi dopo la scelta venne ripagata. Punizione dalla trequarti di Fiore e zuccata vincente dell’argentino che risvegliò dal torpore i 24mila sostenitori friulani per un impresa che improvvisamente sembrava essere di nuovo a portata di mano. L’Udinese, spinta da un pubblico straordinario, prese il controllo del match partendo all’assalto della porta di Cerny con lo Slavia in grandissima difficoltà, non più in grado di pungere nemmeno in contropiede. Dopo alcuni tentativi falliti, la palla qualificazione arrivò al 31esimo sui piedi di Sosa che servito nel cuore dell’area calciò incredibilmente alto sopra la traversa. Cinque minuti più tardi, una grande azione sull’asse Fiore-Locatelli portò quest’ultimo a tu per tu con il portiere avversario che il fantasista italiano riuscì a saltare ma indugiando un attimo di troppo calciò il pallone verso la porta sguarnita colpendo incredibilmente la traversa per la disperazione di tutto l’ambiente friulano. A quel punto sembrò davvero finita, ma ci fu ancora tempo per ulteriori rimpianti, perché al terzo minuto di recupero in una mischia incredibile in area fu capitan Bertotto con un colpo di testa a colpire ancora una volta la traversa, ultima emozione di un epilogo che peggio di così non poteva essere.
Un sogno infranto su una traversa. Sembrò un incubo ma era tutto vero, l’arbitro Hauge fischiò la fine e l’Udinese vide infranti i propri sogni contro un avversario abbordabile e fortunato premiato fin troppo dalla buona sorte. Fu un’uscita di scena dall’Europa che brucia ancora oggi a distanza di ben 16 anni, e la colpa non può ovviamente ricadere solo sulla sfortuna. Fu un mix di fattori, perché alla cattiva sorte si abbinò anche un’incapacità dell’Udinese nel gestire certe partite e il pensiero va soprattutto alla gara d’andata dove la squadra fu troppo rinunciataria andando in Repubblica Ceca con l’idea di strappare lo 0-0 per giocarsi tutto nel ritorno in casa. In questo senso l’impresa di Leverkusen avvenuta pochi mesi prima aveva forse illuso un po tutto l’ambiente friulano che dopo Praga ebbe un brusco risveglio. Per arrivare ai quarti di finale di Coppa Uefa si dovranno aspettare ancora 9 anni e la meravigliosa cavalcata europea dell’Udinese di Marino nella stagione 2008/2009.
29.2.2000: Slavia Praga – Udinese 1-0
Slavia Praga: Cerny, Koller, Rada, Lerch (71' Vagner), Hysky, Ulich, Horvath, Dostalek, Skala (49' Kuchar), Zelenka, Dosek (90' Kozec).
Udinese: Turci, Gargo, Zanchi, Mandredini (84' Appiah), Zamboni, Jorgensen, Giannichedda, Fiore, Locatelli (67' Alberto), Sosa (79' Margiotta), Muzzi.
Arbitro: Nilsson (Svezia)
Ammoniti: Horvath, Zamboni, Zanchi
Rete: 75' aut. Zanchi
Recupero: 0' e 4'
Angoli: 7-2 per l'Udinese
7.3.2000: Udinese – Slavia Praga 2-1
Udinese: De Sanctis, Gargo , Sottil (25' Pt Zanchi), Bertotto , Fiore , Giannicheda , Van Der Vegt (13' St Alberto ), Jorgensen , Locatelli , Margiotta (6' St Sosa ), Muzzi . (1 Turci, 27 Manfredini, 24 Pizarro, 28 Warley). Allenatore: De Canio 6.5.
Slavia Praga: Cerny , Vlcek (34' Pt Hysky ), Rada , Petrous , L.Dosek , Horvath , Koller , Ulich , Dostalek , T.Dosek (45' St Kuchar ), Zelenka ( 31' St Vagner ). (20 Vaclavik, 18 Skala, 2 Lerch, 3 Kozel). Allenatore: Cipro 6.5.
Arbitro: Hauge (Norvergia) .
Reti: nel Pt 23' Fiore, 42' Koller; nel St 7' Sosa.
Angoli: 6 a 6.
Recupero: 3' e 3'.
Ammoniti: Fiore, Bertotto, Horvath e Zelenka per gioco falloso.
Spettatori: 24 mila.
Maurizio Pilloni - TuttoUdinese.it
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