Benvenuto, Andrea La Torre.

Udine decide di rinforzare il backcourt e lo fa con un autentico all around: 204 centimetri di talento, il ventenne viterbese può indifferentemente giocare in qualsiasi dei tre ruoli “piccoli”: a dispetto della stazza, infatti, ha iniziato da play nelle giovanili della Stella Azzurra Roma (garanzia di qualità), per poi essere impiegato da guardia negli anni più recenti della sua ancor giovane carriera.

Essendo un 1997, può essere refertato da under per cui è un tassello che si aggiunge al roster bianconero, non va a sostituire alcuno. Di certo già venerdì a Bergamo sarà ottimo rinforzo in attesa della guarigione di Maurino Pinton.

Non un giocatore qualsiasi: nel 2014 è stato chiamato all’all star game che a Broolkyn era riservato ai migliori giocatori under 17(dieci punti e cinque rimbalzi sotto gli occhi di MJ). Dopo un paio di stagioni in DNB con i biancazzurri romani, ne spende due (questa è la terza) in A2: nel 2015, diciottenne, ha giocato a Biella segnando 3 punti di media in 16’ a gara; l’anno passato lo ricordiamo in maglia Universo Treviso, dove ha disputato 22 gare per 14’ e 5 punti di media.

Discreto tiratore, fa dell’ecletticità la sua dote migliore, riuscendo a far da collante fra i due reparti; buon difensore e passatore, può di certo far comodo a coach Lino nelle rotazioni e nei cambi di schema che contraddistinguono il camaleontico allenatore di Albenga.

Ieri, ad esempio, avrebbe ben potuto contrastare il cigno di Colloredo cui assomiglia per portamento e stazza, aiutando le rotazioni difensive dei ragazzi che si sono sbattuti cercando di limitare il talento di Michele.

Ce lo ricordiamo bene il 16 aprile scorso: il sabato di Pasqua, in maglia Treviso, piazzò 11 punti e la tripla del 62 – 63 che tenne in vita i suoi, prima dei due liberi finali di Rain Veideman. 

La Torre giunge a Udine dopo una trattativa completa ma non complessa, con l’Olimpia Milano che continuerà a detenerne il cartellino; quest’anno per lui era obiettivamente difficile entrare nei roster meneghini, storicamente composti da una serie di figurine spesso non performanti, ma dalla caratura tale che farli fuori sembracosa impossibile.

Un solo rammarico per me: Andrea mi fa sentire ancora un po’ più anziano. Ricordo infatti che viene da una famiglia di cestisti, appartenenti alla mia generazione: papà Gianluca fu rincalzo nella Stefanel Trieste di Cantarello e SuperDino; zio Massimo, tre anni più anziano di Gianluca, spese un’intera carriera in maglia Napoli, con un paio di incursioni alla Birex Verona ed una, la stagione dell’addio, in Irpinia con la Scandone.

Due torri, entrambi sopra i 210 cm; Andrea pare più tecnico. E da venerdì siamo pronti a vederlo contribuire alla “decima” della banda di Lino.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 11 dicembre 2017 alle 21:31
Autore: Franco Canciani
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