Dopo un lungo silenzio è tornato a parlare il numero uno dell'Udinese, Gino Pozzo. Le tante attese spiegazioni, da tempo richieste a gran voce dal pubblico friulano, sono finalmente arrivate:

"Non esistono, domenica, alternative alla vittoria, l'emorragia deve essere fermata presto" ha detto in un incontro con i giornalisti del Messaggero Veneto. "La proprietà non ha la minima intenzione di vendere il club e piuttosto vuole rilanciare il progetto. Restare in serie A non è un dogma bisogna guadagnarsela la categoria ogni anno e in queste 5 partite dobbiamo mettere tutte le energie per salvarci. E abbiamo bisogno di tutti, tifosi in primis. In caso di retrocessione tutti saranno considerati responsabili. Compresi i giocatori, che rimarranno a soffrire in Friuli. Devono capire che non sono qui non per fare plusvalenze, ma per far vincere l'Udinese, questo deve essere chiaro".

I problemi che hanno portato a questa situazione. Tutti responsabili: "Questo non è un albergo, se le cose precipitano tutti, giocatori in primis, sono responsabili. Dopo Guidolin non siamo riusciti a trovare una guida tecnica che sappia lavorare con il materiale umano messo a disposizione. Non cerchiamo colpevoli, adesso dobbiamo essere uniti. Per me c'è solo domenica: non c'è altra soluzione che la vittoria. Il filotto è finito qui, l'ho già detto ai ragazzi nello spogliatoio".

Gino Pozzo ha poi toccato il tanto delicato problema della sua lontananza da Udine: "La mia mancata presenza fisica a Udine non è una novità e non è elemento di distacco. Da più di 30 anni siamo qui e non abbiamo intenzione di andarcene. La costruzione dello stadio ne è una prova. Solo con unione tra società e tifoseria si va lontano. La figura di mio padre Gianpaolo è di garanzia e raccordo. La sua partecipazione facilita la gestione del club, ma le scelte di mercato le faccio io da oltre 20 anni. Io, peraltro per carattere, non vado sotto la curva nè quando si vince nè quando si perde".

Una risposta poi anche alle critiche mosse sul mercato di gennaio: "Non ci sono state cessioni ma prestiti solo in ottica di snellire l'organico e dare spazio altrove a ragazzi che hanno bisogno di crescere. Mancato acquisto della punta a gennaio? Abbiamo valutato che 4 giocatori (Maxi Lopez-Lasagna-De Paul-Perica) fossero sufficienti per due posti".

I tifosi, nonostante le critiche sono una risorsa indispensabile da difendere: "Non accedo per scelta di vita ai social network, capisco le critiche dei tifosi. La loro frustrazione è condivisibile e li ringraziamo perchè sono sempre stati vicini alla squadra. La situazione è seria: stringiamoci intorno alla squadra che ha dato segni di reazione a Napoli tornando ad essere propositiva. I primi a sapere che devono starci vicino ora sono i nostri splendidi tifosi".

Pozzo ha fatto chiarezza anche sul tanto discusso ruolo di Claudio Vagheggi, procuratore sempre presente in società e al Bruseschi: "E' un agente come molti altri, di cui mi avvalgo e che in passato ci ha fatto acquistare ottimi giocatori. Non ha un ruolo in società, è più visibile solo perchè vive a Udine".
 

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 19 aprile 2018 alle 21:19
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
vedi letture
Print