Torna a parlare il patròn dell'Udinese Giampaolo Pozzo. Direttamente dalla Spagna rompe il silenzio e si fa sentire in vista di questi ultime 180 minuti e di una salvezza in bilico: "Speravo che in concomitanza dell'apertura del nuovo stadio, dopo dieci anni di lavori, fossimo arrivati alla meta. Abbiamo raggiunto obiettivi importanti sotto questo aspetto: ci serviva un nuovo stadio per aumentare il calore del pubblico, per aumentare il numero dei tifosi e per creare l'ambiente ideale e il dodicesimo uomo in campo. Doveva essere l'inizio di una nuova era, con una società che vuole guardare avanti, togliersi il vestito da provinciale e cercare di fare qualcosa di più e di raggiungere l'obiettivo di andare in alto. Questa era l'ambizione di tutti. Speravo che questa fosse una stagione 

Il pubblico è encomiabile. I tifosi domenica mi hanno commosso, nonostante quella che è stata una delle peggiori partite negli ultimi trent'anni di questa Udinese. Anche i giocatori devono capire che c'è tanto amore per questa squadra. 

Voglio solo cambiare pagina perché questa è una situazione talmente brutta, talmente surreale che non voglio nemmeno pensarci. Siamo arrivati a questa situazione e ci sono grandi responsabilità ma parliamone tra dieci giorni. Questa squadra ha potenzialità che non sono da retrocessione e invece è così.

Adesso c'è poco da dire, bisogna stare tranquilli e vincere una partita. Avevamo il Torino che era la partita perfetta per concludere il discorso. I giocatori devono essere consapevoli di quello che sta succedendo. Abbiamo sbagliato, la classifica parla chiaro. Tutte le energie vanne dedicate a raggiungere la salvezza. Poi a obiettivo raggiunto guardiamoci in faccia e di fronte ai nostri tifosi, che sono le fondamenta e l'essenziale di tutto. L'importante è raggiungere la salvezza che è stata compromessa, dobbiamo remare tutti dalla stessa parte. Poi a fine stagione ci mettiamo a disposizione per confrontarci tutti e vedere cosa fare perché situazioni di questo tipo non si verifichino più.

Io mi sento con al coscienza pulita perché ho messo a disposizione tutta la mia passione, tutta la mia volontà ed è stata creata una società modello dove tutti sono pagati e da altre parti non è così. Ho messo a disposizione tutto uno staff per i giocatori e per le loro famiglie. Ho fatto tutto quello che potevo.

Non ho responsabilità dirette perché da tempo ho lasciato le redini ai figli. Io con il calcio ero logorato, dalla troppa passione. Loro sono una garanzia di continuità. 

L'unica ancora di salvezza in questo momento è l'ottimismo. La squadra affronterà due squadre che sono alla nostra portata ma poi devo essere realista perché contro il Torino abbiamo perso in malo modo. La logica, se fosse applicabile, direbbe che ci salviamo".

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 02 maggio 2016 alle 21:53
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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