Chi di noi da piccolo non ha mai provato a giocare almeno una volta al Fantacalcio? E chi non ha mai immaginato di vedere un grande campione vestire la divisa ed i colori della propria squadra del cuore? Ecco, proviamo ad immaginare per un momento se uno dei più grandi talenti del calcio italiano degli ultimi anni, Antonio Cassano, diventasse un giocatore dell’Udinese. Chiariamo subito: non si intende diffondere uno scoop o una notizia, né tantomeno spronare la società ad intervenire sul mercato (direi che Giaretta in questi anni ha dimostrato di non aver bisogno di tanti consigli su come muoversi). Ma è innegabile che l’annuncio del divorzio tra il fantasista barese ed il Parma abbia scatenato l’immaginazione dei tifosi. Del resto, portare Cassano ad Udine già adesso, in questa sessione di mercato, potrebbe fornire a Stramaccioni un attacco a dir poco scoppiettante, con molta qualità e fantasia, condito da tanti gol. Un acquisto per il dopo Di Natale, sarebbe comunque un ottimo investimento per mantenere all’interno dell’ambiente friulano un giocatore dalle grandi qualità, capace di trascinare col suo talento la squadra. Ovviamente tutto ciò difficilmente si potrà realizzare ma sognare non costa nulla e in alcuni casi i sogni hanno anche qualche minimo fondamento reale… In effetti ci sarebbero alcuni possibili indizi o spunti che potrebbero anche non far sembrare un’utopia il vedere Cassano con la maglia friulana.


Il primo punto sarebbe l’ambiente: FantAntonio, nel corso della sua carriera, ha dimostrato di faticare a trovare continuità e serenità in ambienti molto caldi ed esigenti. Non può essere un caso se le sue esperienze con Roma, Real Madrid, Sampdoria, Milan ed Inter si sono sempre chiuse con qualche polemica. A Parma invece è stata tutta un’altra musica: per una volta Cassano è stato libero di esprimere davvero il suo estro, trascinando con una stagione sontuosa la squadra verso un clamoroso sesto posto ed alla qualificazione ai preliminari di Europa League (poi cancellati dai guai extracalcistici del Parma). La squadra emiliana, come l’Udinese, non aveva ambizioni da scudetto o da Champions. Ora che l’esperienza in Emilia è giunta al capolinea e che l’età non permette di avere un ampio mercato, Udine potrebbe essere una piazza dove chiudere tranquillamente la carriera. In Friuli sarebbe più sereno, senza la pressione di dover raggiungere subito ed a tutti i costi grandissimi traguardi.


Un altro indizio è dato dal suo modo di stare in campo: Cassano è per certi aspetti un accentratore. Deve toccare più palloni possibili, è il direttore della manovra offensiva della squadra. Il suo estro gli permette di variare molto e di essere imprevedibile. Inevitabile il paragone con un mostro sacro come Di Natale. Rispetto al barese, Totò è più goleador, più prolifico e determinante sotto porta, FantAntonio più assistman. Entrambi grandi campioni. Cassano poi è molto carismatico (a volte pure troppo, come testimoniano i suoi colpi di testa…), sa tirare fuori il meglio di ogni compagno. Potrebbe essere una chioccia valida per i giovani dell‘Udinese.


Terzo spunto: l’allenatore. Cassano e Stramaccioni si conoscono molto bene: all’Inter l’inizio è stato promettente e il genio barese sembrava perfetto per gli schemi del giovane tecnico romano. Poi gli screzi e i mesi finali da incubo per entrambi, con Cassano alle prese con gli infortuni e Stramaccioni con una squadra allo sbando. Certo, in caso di arrivo ad Udine, i rapporti tra i due potrebbero non essere semplici per i trascorsi ma va detto che FantAntonio sembra avere una certa attrazione per i tecnici con cui ha avuto problemi ed incomprensioni (ad esempio tutt’ora c’è stima tra lui e Fabio Capello, nonostante gli scontri a Roma e Madrid). Perché non potrebbe andare d’accordo con uno come Strama?


Infine Cassano-Udinese potrebbe essere un matrimonio felice anche per il cambiamento dell’uomo: Antonio non è più il ragazzino litigioso che combinava disastri ad ogni esperienza. Come si è visto in occasione dell’ultima giornata, il giocatore ha gestito bene una situazione delicata, cosa che forse prima non avrebbe fatto. E poi adesso c’è una famiglia che ha bisogno di tranquillità, non di luci della ribalta.
Queste sono tutte congetture, ipotesi fantasiose. Però se davvero sognare non comporta nessun costo e qualche minima possibilità c’è, perché non farci un pensierino?
 

Sezione: Primo Piano / Data: Mar 27 gennaio 2015 alle 19:30
Autore: Federico Mariani
vedi letture
Print