Estate 2014: un diciottenne friulano viene accostato all’Atletico Madrid vice campione d’Europa. Si chiama Simone Scuffet, è una delle rivelazioni dell’ultima stagione “guidoliniana”. L’Udinese riceve subito la chiamata del Cholo Simeone. Il tecnico dei Colchoneros vede in questo ragazzino al debutto nella massima categoria italiana l’erede del partente Thibaut Courtois. L’offerta è allettante, un treno che difficilmente si ripresenta nella vita. Eppure, Simone ha avuto il coraggio di dire “no, grazie” ai milioni di un ottimo contratto ed alle sirene di un top club, con i tanti pro e contro conseguenti. Prima viene la maturità, intesa sia come conclusione delle scuole superiori, sia come capacità introspettiva di valutare ed ottimizzare i propri pregi e migliorare continuamente i difetti tecnici e caratteriali. Riconosce il bisogno di altro, qualcosa di diverso dal semplice guadagno o dalla possibilità di vincere tutto subito. Comprende che c’è un tempo per tutto, ma, se non si sa coltivare bene, difficilmente la resa è buona. Anche se si ha a disposizione il terreno migliore. Col senno di poi, si può dire che Scuffet ha fatto un investimento sapiente, una scelta realmente compresa e valorizzata solamente negli anni successivi. Ma quante critiche e quanti sberleffi nel frattempo!

Tre estati dopo la decisione del baby talento friulano, un altro portiere diciottenne si trova a dover capire cosa fare del proprio futuro. Gianluigi Donnarumma è considerato il numero 1 dei prossimi anni, l’erede di Buffon. È al Milan, squadra di cui si professa tifoso fin da piccolo e che farebbe follie per tenerlo con sé. “Gigio” fa una scelta totalmente differente. Nessuno può giudicare in maniera positiva o negativa la sua decisione di lasciare il Diavolo rossonero. Il tempo dirà se preferire altri lidi, apparentemente più comodi ed agevoli, sia stata la decisione più saggia. Certamente, ripensando ai tanti discorsi fatti sulla decisione più conservativa di Scuffet, viene quasi da sorridere oggi, quando un ragazzo di belle speranze sceglie di fare un salto in un buio interrotto da tanti luccichii, veri e falsi, venendo a sua volta criticato dai più. Aspettando di comprendere come si svilupperà la carriera di Donnarumma, vien voglia quasi di scusarsi con Simone per i giudizi affrettati, ammirandone la saggezza e la forza di volontà. Non è un’iperbole affermare che ieri, in fondo in fondo, quella rivalutazione fatta da tanti bianconeri sia stata una sua piccola vittoria. Quasi un’altra tessera importante nello splendido mosaico che sta costruendo con pazienza e regolarità. Già, le armi dei più forti.

Sezione: Primo Piano / Data: Ven 16 giugno 2017 alle 08:00
Autore: Federico Mariani
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