Gara ostica per l’A.P.U., reduce dalla battaglia vittoriosa di Forlì. Domani sera si recupera la nona giornata di campionato; al Carnera è di scena l’Assigeco Piacenza.

Gara fondamentale: Udine ha ripreso in Romagna la marcia interrotta dalla sconfitta a domicilio contro Jesi e dopo tre giorni deve ospitare una DeLonghi Treviso in pieno recupero; Piacenza, sinora non sempre a punto, viene da due stressantissimi overtime che hanno portato alla vittoria contro l’Orceana.

Squadra dura quella piacentina di coach Zanchi: un roster non certamente qualitativo e profondo come il bianconero, ma qualche buona individualità e un gruppo solido e concreto.

Obietivamente vedendoli giocare le due edizioni, preferivo quella dello scorso anno: Tommy Raspino, il play di Venezia campione d’Italia DeNicolao; Ken Hasbrouck oggi a Jesi; soprattutto coach Andreazza, nipote di un certo Attilio Tesser ed oggi ottimo tecnico di Piombino. Buon per l’Assigeco che Zanchi, che per quattro anni diresse Casalpusterlengo (cioè la stessa franchigia all’inizio degli anni 2010) prima di approdare, ultimamente, a Scafati e come vice a Cremona, ha accettato di far crescere un gruppo rinnovato nei punti nevralgici.

Oggi la coppia straniera, che realizza esattamente il 50% dei punti biancorossi, è formata dalla guardia Carlton Guyton e dall’ala grande Jonathan Arledge.

Il primo, top-scorer piacentino con quasi venti di media, ha passato un’intera carriera in Germania, ed approda per la prima volta in Italia proprio nella formazione padana.

il secondo, invece, dopo un esordio soft in Svizzera si è ben distinto lo scorso anno a Latina, dove ha realizzato 13 punti di media.

Attorno a loro sono stati acquisiti, fra gli altri, Luca Fontecchio (già a Udine un paio d’anni fa per poche gare); il play Sanguinetti, direttamente dalla seconda squadra locale che gioca in cadetteria; soprattutto Tommy Oxilia, un under che non nascondo avrei voluto vedere a Udine (ma mi tengo stretti i miei, beninteso).

Confermati  l’esperto Luca Infante, il ventenne Costa, l’ala Matteo Formenti, trentacinquenne ex-Sassari; Nemanja Dincic, prospetto di valore; Davide Reati, ventinovenne ala da Forlì.

Udine vince se non si fa prendere dalla frenesia, alternando giochi tanto nel pitturato quanto nel backcourt dove KayDee e Rain dovranno supplire alla mancanza degli strappi da tre garantiti normalmente dall’infortunato Mauro Pinton; sotto le plance i nostri hanno molta più qualità di Infante, Alredge e del giovane (scuola Stella Azzurra Roma) Seye Babacar; sul perimetro dev’essere limitato Guyton, autentica macchina da punti, oltre al quale il solo Reati garantisce bottino sostanzioso lontano dall’anello. Domani fonti piacentine danno come affaticati (ancorché sicuramente abili ed arruolati) Formenti e Alredge, per il resto scontro al calor bianco.

Udine vince soprattutto se riesce a contenere i punti al passivo: Piacenza ne segna 75 ma ne subisce 80. Tutto fa pensare che se, come nel caso di Forlì, l’Assigeco dovesse alzare l’intensità difensiva per limitare i nostri, non ne gioverebbe certo la lucidità offensiva; detto che in fase di contenimento la formazione di Lardo è decisamente più performante di Orzinuovi.

L’anno passato? Ce lo ricordiamo bene. Udine vinse a Piacenza, di dieci e con un 13-0 negli ultimi 4’: regalò ad Alessandro Pedone la prima vittoria in serie A, senza Ray e con un Okoye da 25 pezzi (Traini 11); l’Assigeco si rifece a Cividale, inaugurando amaramente il 2017 bianconero e vincendo la gara con un terzo periodo da 28 a 14. In tre, e cioè Hasbrouck, De Nicolao e Raspino segnarono 47 dei 64 totali di Piacenza; per Udine venti punti da Okoye, dodici di Ray e quasi nulla dagli altri. Era una GSA depressa e deprimente, che giocava un basket brutto e ruminato ma alla quale siamo lieti di essere rimasti vicini. I frutti li cogliamo oggi, a undici mesi di distanza.

Salto a due alle ore 20:30, agli ordini dei signori Boscolo, Wassermann e Gonella. Niente diretta (se non sul sito della Lega, a pagamento) ma radiocronaca moderatamente imparziale dalle frequenze virtuali di EffeRadio.

A prescindere dal fatto che Davide Micalich possa tornare sul mercato per cercare qualche rilievo per l’infortunato Mauro e lo stanchissimo Rain, piuttosto che invece puntare tutto su Vitto Nobile, tutti al palazzo: e chi non può, si attacchi allo streaming. Per un nuovo miracolo bianconero.

 

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 07 dicembre 2017 alle 08:00
Autore: Franco Canciani
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