Qualche anno fa le sfide tra Lazio e Udinese valevano l'accesso alla Champions League e spesso Totò Di Natale era decisivo. L'ex capitano bianconero ha parlato a Radio Incontro Olympia della sfida che attende i bianconeri di Iachini contro i biancocelesti di Inzaghi, partendo però da quello che è il suo presente, dopo l'addio ai friulani: "Ho smesso perché sentivo di non farcela più - le parole del capitano riprese da LazioPress.it. - Poi a Udine si fanno un sacco di ritiri. Per ora sto bene così. Mi godo la famiglia e i miei figli. Poi vedremo. Mi piacerebbe senza dubbio tornare nel mondo del calcio, passando magari dalle giovanili. Il no alla Juventus? Io e la mia famiglia stavamo bene ad Udine. E poi l’ho fatto anche per i tifosi. L’allenatore che ricordo con più piacere è Silvio Baldini. Sono stati con lui tanti anni a Empoli ed è quello che mi ha insegnato di più. Più volte ho detto a mister Guidolin che è davvero assurdo che lui non abbia mai allenato una grande squadra. Basta? E’ un grandissimo giocatore, che però ogni tanto ha qualche problema fisico. La Lazio davanti è fortissima.

Anche giocando male, i risultati contano perché riesci in settimana a preparare meglio la partita successiva. Felipe Anderson. Immobile? In Serie A fa la differenza, ma io lo vedo più come seconda che come prima punta. Che partita mi aspetto? Il Friuli è un campo difficile. L’Udinese ha tanti giovani e con la Lazio non puoi davvero sbagliare nulla. Speriamo che sia una bella partita e che vinca il migliore. La mia carriera? Sono felice di quello che ho fatto. Il mio sogno era giocare in Nazionale e ho disputato un Mondiale e due Europei. In più ho giocato in Champions e in Uefa. Mi porterò sempre gli applausi a Torino e Milano. Penso di aver dato tanto al calcio e di aver fatto divertire le persone”.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 29 settembre 2016 alle 09:00
Autore: Francesco Digilio / Twitter: @FDigilio
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