.. E poi uno ascolta Mandorlini, tecnico-olocausto del Genoa; secondo questi, il Genoa meritava quantomeno il pari, in virtù del fatto che l’Udinese ha tirato una volta in porta e realizzato tre reti. I rossoblu avrebbero avuto “quattro “situazioni” per segnare poi l’Udinese al primo tiro ha fatto il 2-0 (sic), solo punizioni, angoli, cose così”. E sostenendo la sostanziale sportività dell’ex libero bianconero non possiamo che inviargli un fraterno abbraccio, ricordandogli che sullo 0-2 Burdisso e Munoz tenevano palla in difesa, girandola lentamente, cercando di evitare di farsi troppo male. Evidentemente un uomo in crisi. Lo capisco.

Il Genoa e l’Empoli sono al momento le due peggiori formazioni di serie A, assieme al Palermo del patròn Baccaglini che nemmeno prendo in considerazione. I rossoblu possono star tranquilli, grazie ai punti messi in cascina da Juric, cacciato con ignominia dopo aver venduto Pavoletti, Rincòn e Ocampos; i toscani del presidente Corsi (uno che sostenne dopo la vittoria contro i fratelli senza voglia dei bianchineri di questi giorni che la sua era una squadra tecnicamente più dotata di quella friulana. Mal gliene incolse...), invece, sono rientrati nel giro d’aria a causa dell’inter-triste prestazione crotonese, figlia di un ambiente sereno nemmeno con i sinodollari in cassa.

A Udine è andata in scena la gara fra una squadra di A1 ed una di A2-quasi-B; i bianchineri hanno sfruttato un paio di folate, in una ventina di minuti in cui hanno messo gli avversari nella loro area. Bellissime le reti di DePaul e Zapàta, triste la terza realizzazione del diéz friulano in collaborazione con un signore del 1982 che difende la porta genoana ma in precedenza non giocava nemmeno a Como.

E da quel momento l’Udinese si ferma. Smette di giocare, partécipe dei dolori dei giovani rossoblu in curva, che si sono fatti l’Italia da ovest ad est solo per urlare cori contro il patròn Preziosi (in ciò supportati dagli udinesi, prove tecniche di gemellaggio?). Il Genoa, con Pandev e Palladino, ha due occasioni per riaprirla ma non lo fa.

Con buona pace di Mandorlini: il quale sa benissimo che oggi l’Udinese ha devastato i suoi, ma non lo può dire o finirebbe esattamente come il povero Juric. Non si spiega altrimenti la lettura di cui sopra, quando a tutti è parsa evidente l’inconsistenza della formazione genovese.

Gigi ascolta i suoi tifosi e mette almeno uno dei giovani schierati raramente: Luca Evangelista ha piede, talento ma gli manca un po’ di velocità d’esecuzione e soprattutto malizia: oggi Delneri lo ha tolto prima che ci pensasse Mariani, vista la serie di entrate che (fuori Samir) il brasileiro stava mettendo in fila.

Vado controcorrente, e dispiacerò chi considera la mia penna spuntata: a me l’impianto di squadra piace. Piace sempre più Samir, contro il quale vanno tutti in bianco; mi piace il piglio difensivo ritrovato da un Danìlo che guida chiunque come il primo anno a Udine; mi piace la maniera in cui Gigi l’Aquileiense ha fatto emergere il talento di Rodrigo DePaul, che se spostato dall’altra parte diventerebbe assolutamente devastante. E oggi erano fuori Jankto e Fofana...

Zapàta ormai è dato alla Lazio, ma dovesse finalmente arrivare Babacar la struttura cambierebbe nulla: punta centrale, altra punta che gira intorno (Cyril, Lasagna o chi per loro) cui aggiungere un’alternativa di peso. Ci penserà la proprietà, qualsiasi essa sarà.

Tutto ciò detto, appare ancora più misteriosa la mancata riconferma ufficiale del mister. Tanto per dire, dopo Iachini (e anche prima della presentazione dell’ascolano) si vociferava dell’approdo a Udine del trainer che oggi guida il Genoa. Tanto per dire. Meglio non pensarci.

Già: non sarà un fenomeno alla Conte, Luigi da Aquileia, ma non mi pare girino in massima serie alternative migliori a prezzi popolari. Basti vedere l’Ambrosiana Internazionale di Milano, il cui allenatore fa (con tutta la corte al seguito, a cominciare dall’amico Gian Luca) il “ganassa” dopo la vittoria immeritata di Udine, quando nel primo tempo la sua squadra fu presa a pallate; inneggiò, Pioli, al carattere, alla resilienza, al tasso tecnico. Dimenticando lo sloveno Culovic, giocatore fondamentale che evidentemente oggi, contro la corazzata Crotone, era fuori per squalifica.

Io mi tengo Delneri. Mi accusate di esserne partigiano? Sono il primo a darVi ragione. Perché Gigi è uno di noi, perché insegna calcio come solo Guidolin prima di lui, perché è ossigeno dopo le poche molecole respirate col profeta romano due stagioni fa, e l’apnea assoluta iniziata ad agosto dell’anno passato e terminata dopo la disfatta interna contro la Lazio.

Sabato sera super-gara a Napoli: partita da giocare a braccio libero, senza farsi problemi, contro una formazione che stasera ha elargito lezioni di calcio alla Lazio di Inzaghino ed all’Italia intera. Giochiamoci la partita, come si fece quando ci presentammo senza Totò e Sànchez ma ci pensarono German e Gokhan a infilare il ciuccio. Lo so: altri tempi, altra squadra. Ma a quota 40, in testa alla SideB, si respira meglio e si può meglio progettare il futuro. A meno dieci dalla mia scommessa personale, come ricordava l’amico Cristian: che la divina e capricciosa Eupàlla l’ascolti.

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 10 aprile 2017 alle 11:00
Autore: Franco Canciani
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