Mi conoscete, in questi anni sono sempre stato critico, anzi iper critico, nei confronti di questa società. E' colpa di chi comanda se siamo passati dalle stelle, la Champions, alle stalle, la salvezza ottenuta solo all'ultima giornata dopo una stagione da dimenticare sotto tutti i punti di vista. Di errori ne sono stati compiuti tanti, anzi tantissimi, ed è giusto che si manifesti la rabbia ed il rancore, come è giusto che ognuno si prenda le proprie responsabilità.

Tutti noi infatti, che nel cuore abbiamo una grande passione per questi colori, una fede che sempre e comunque resterà inattaccabile, meriteremmo di vedere l'Udinese lottare in campo per qualcosa di importante. Questa piazza e questa tifoseria, non c'è dubbio, meritano di più, l'ho scritto già in passato e lo ribadisco ancora.

Questo però non deve tradursi in un pessimismo cosmico, non deve tradursi in una negatività cronica ed inarrestabile. Ributtare sempre la testa a questi ultimi cinque anni fatti di brutte sconfitte, di giocatori che se ne fregavano della maglia, di una società che si impegnava maggiormente altrove, non fa bene a nessuno, a partire da noi stessi tifosi.

Come in amore, che dopo una scottatura o una delusione è difficile tornare ad aprirsi, così nel calcio, è difficile ridare fiducia a chi ti ha deluso. Ma se vogliamo bene, innanzitutto a noi stessi, e a questi colori, dobbiamo provarci, dobbiamo provare a ripartire, insieme, a dare inizio ad un nuovo corso. 

Non sto parlando ovviamente di tifo, quello so che non è mai assolutamente mancato, tanto meno la passione. I tifosi bianconeri sono unici e straordinari proprio per questo, perché hanno sempre avuto pazienza e sono sempre stati vicini alla squadra.

Parlo di fiducia. Credo che in questi anni si sia distrutto tanto, forse tutto. Ora, mattone dopo mattone, dobbiamo iniziare a ricostruire la nostra casa, la nostra Udinese. Dobbiamo ritrovare quelle grandi visioni e passioni che caratterizzavano il passato. 

E' inutile a dare contro a chi è appena arrivato, a chi insomma ha il compito di provare a risollevare le sorti dell'Udinese. Diamogli fiducia, a tempo almeno, per vedere che è in grado di fare. Pradè, ve lo dico perché lo conosco personalmente, è un dirigente, passatemi il termine, con le palle, uno che il fatto suo lo sa, uno che le competenze le ha. Manca un mese alla fine del mercato, lasciamolo lavorare e vediamo che Udinese riuscirà a ricostruire. Non è a lui che dobbiamo rinfacciare gli errori del passato, come non è a Velazquez, che non sarà Mourinho o Ancellotti e questo è assodato, che dobbiamo rinvangare le sconfitte e le nefandezze viste in campo negli scorsi campionati. Sono persone nuove a cui va data almeno un minimo di fiducia iniziale, poi se sbaglieranno saremo i primi a sottolinearlo, come sempre è stato. 

Qualcosa di buono forse questa volta si sta cercando di fare. In società sembra esserci almeno un pizzico di aria nuova e di nuove idee e di volontà a cambiare questa volta per davvero pagina. Mandragora, Vizeu, Musso e ora Pussetto sembrano essere giocatori di ottima prospettiva, l'aver mandato via uno che remava contro come Jantko può essere una scelta azzeccata. Serve ancora dei colpi, dietro siamo messi male e si dovrà assolutamente fare qualcosa. Ora aspettiamo come ci si muoverà in questi giorni che ci separano dall'inizio del campionato e poi tracceremo un primo bilancio. 

Proviamo quindi, lo so che è difficile, ad aprire un nuovo corso, a sperare che questa volta davvero si voglia cambiare qualcosa. Amo questi colori e dò la mia fiducia, l'ultima, alla società. Voglio tornare a guardare al futuro con il sorriso, voglio solo tornare ad emozionarmi e a gioire.

Sezione: Primo Piano / Data: Gio 12 luglio 2018 alle 13:30
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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