E un altro anno al Friuli si è concluso. E' stato un anno in cui abbiamo sofferto tanto, come sempre negli ultimi anni, ma anche finalmente gioito. Tutto sommato, visti i presupposti, possiamo anche ritenerci soddisfatti. Certo, i tempi dell'Europa sono ancora lontani ma con Gigi Delneri in panchina l'Udinese è tornata ad essere una squadra vera, giovane, di qualità, una squadra che forse nella prossima stagione potrà tornare a lottare finalmente per obiettivi più importanti. E' presto ancora per fare bilanci conclusivi, rimandiamo tutto a dopo la trasferta contro l'Inter e torniamo alla partita.

L'Udinese ha calato il sipario di fronte ai suoi tifosi con un pareggio nello scontro diretto per il decimo posto contro quella che è ritenuta essere da molti una delle rivelazioni della stagione, la Samp di Giampaolo. Incesata dalla stampa nazionale la Samp, per merito di una Udinese affamata, non è che abbia fatto vedere molto al Friuli, anzi a dominare la gara per lunghi tratti erano stati i bianconeri. Un punto tutto sommato comunque ci sta, se non fosse che il secondo tempo, a causa di un arbitraggio sciagurato, non si è potuto giocare a calcio. Lo ho detto anche Delneri in conferenza e lo ribadiamo noi, era una bella partita, con due squadre che se la giocavano a viso aperto, con tante occasioni da una parte e dall'altra, è già questa in Serie A è cosa abbastanza rara, poi Pinzani, con una scelta insensata, ha deciso di rovinare tutto cacciando De Paul sotto la doccia. In quell'istante la partita, quella vera, è finita.

E il resto? Mi direte voi giustamente. Sinceramente c'è ben poco da commentare. Che Luis Muriel non fosse un professore lo avevamo capito già da anni. Quando la "cabeza" non c'è è inutile stare qui a discutere. Il colombiano, che i fischi del Friuli doveva aspettarseli, poteva risparmiarsi quel teatrino irrispettoso. Esultare sì, ci mancherebbe altro, ma non provando a deridere il Friuli intero, stadio che lo ha cresciuto e aspettato. Forse sarebbe stato meglio che si fosse ricordato che senza l'Udinese difficilmente sarebbe arrivato da qualche parte. Ora sta bene lì dov'è, a Genova, assieme al suo caro presidente Ferrero. A Udine non ne abbiamo sentito e mai ne sentiremo la mancanza.

Danilo? Da una parte, da professionista esperto quale è, avrebbe dovuto mantenere il controllo e non scendere allo stesso livello del colombiano, dall'altra però c'è d'ammettere che se fossimo stati in campo anche noi avremmo agito come lui. In quelle mani attorno al collo di Muriel si vede un capitano che vuole a tutti i costi difendere l'onore del popolo bianconero. Se non lo ha condannato Delneri, cacciato anche lui nel parapiglia finale, di sicuro non lo facciamo noi. 

Ora un'ultima tappa, quella pur sempre prestigiosa di San Siro, per chiudere la stagione. Mi auguro che possa arrivare un risultato positivo. Me lo auguro non per me ma per Gigi Delneri, un allenatore che ha saputo ricompattare un ambiente spaccato, facendo capire a tutti cosa voglia portare questa maglia addosso e che ora merita la conferma. 

Sezione: Primo Piano / Data: Lun 22 maggio 2017 alle 09:00
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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