"Il commissariamento della Federcalcio sarebbe a mio parere la strada maestra da percorrere per l’auspicato risanamento tecnico e morale dello sport più amato dagli italiani”. Così a TuttoMercatoWeb l’avvocato Claudio Pasqualin. “Per la verità - prosegue - servirebbe una sorta di assemblea costituente ma il tempo non c’è e poi il livello delle attuali istituzioni è veramente basso e continuando a ragionare con l’ottica degli interessi di parte non si otterrebbero risultati apprezzabili. Quindi - continua Pasqualin - occorrerebbe un uomo forte, una persona super partes, dotato di pieni poteri. Ma ciò non accadrà. Ragioni di diritto più formali che sostanziali probabilmente lo impediranno. Quindi ancora spazio ai burocrati, ai cacciatori di poltrone, agli ambiziosetti carrieristi coltivatori del proprio orticello”.

Come si dovrebbe intervenire nel dettaglio?
“Occorrerebbe azzerare tutto per pianificare il seguente progetto di riforme: nuova legge 91, nuovo format per il mondo professionistico con serie A e B a diciotto squadre e due gironi da diciotto di C con settantadue squadre in tutto. Ci vorrebbero anche il ripristino del Campionato Riserve (la ex De Martino, ndr), centri federali d’addestramento, contributi per il calcio giovanile, obbligo di utilizzo di almeno sette italiani per squadra a partita. Per attuare il piano occorre gente che ha studiato, gente di cultura ed esperienza, abbia giocato o no. Lo stallo sarebbe l’errore più grave e farebbe correre il rischio di rivedere il presidente degli allenatori Renzo Ulivieri incatenarsi ancora al portone della Federazione. E con lui tutto l’attuale establishment che ha scaricato Tavecchio come un cane in autostrada ma non ha più neppure un briciolo di credibilità”.

Sezione: Notizie / Data: Mer 22 novembre 2017 alle 16:30
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
vedi letture
Print