Paolo Poggi, ex bandiera di quell'Udinese che con Zaccheroni scrisse la storia, ha fatto un punto sul momento delicato che la squadra sta attraversando ai microfoni di Radio Spazio.

"Perchè ho lasciato il mio incarico all'Udinese? Mi mancava la mia città, la quotidianità di stare con la mia famiglia e con i miei bambini. Avevo perso qualcosa e volevo ritrovarlo. Nella vita bisogna dare delle priorità.

Come vedo l'Udinese? Non c'è grande differenza rispetto agli ultimi anni purtroppo. Manca lo spirito per essere una provinciale fastidiosa. Speravo che Beppe cambiasse la mentalità. Può ancora farlo ma sarà un processo molto lungo perché non ci sono italiani in rosa e quindi non c'è una mentalità. Il calciatore italiano, rispetto a quello straniero, è più pratico e concreto. Se lo straniero lo vogliamo pronto non può essere giovane e inesperto. L'attaccamento alla maglia non si compra.

C'era uno spirito molto diverso nel nostro spogliatoio. Avevamo il gusto di stare assieme e di fare gruppo. C'era un'alchimia tra di noi. Era un gruppo di ragazzi e di amici che aveva deciso di fare qualcosa di importante con un grande allenatore. 

Sbagliate le scelte di Iachini? Credo che Penaranda e Thereau li ritenesse pronti. Qualche spunto il venezuelano lo aveva dato contro la Fiorentina. Beppe aveva pensato fosse arrivato il momento di lanciarlo dal primo minuto. 

Un allenatore deve essere veloce a leggere la partita. Se la squadra avesse girato anche il Penaranda di turno avrebbe dato un contributo maggiore. E' la squadra che non va in generale, non tanto i singoli. E' il contesto che aiuta il singolo giocatore. Ci si aspetta giustamente che questi calciatori diano qualcosa in più".

Sezione: Notizie / Data: Lun 26 settembre 2016 alle 15:00
Autore: Stefano Pontoni / Twitter: @PontoniStefano
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