Maledetti minuti di recupero, maledetto finale. La partita di Valencia contro il Levante diventa un incubo per i giocatori del Granada, che assaporavano la vittoria che avrebbe ridato morale alla truppa per riavvicinarsi alla zona salvezza. Un autentico suicidio sportivo per quanto si è visto in campo. Il Granada, ad un passo dal successo, si è fermato, lasciandosi sfilare dal Levante proprio in dirittura d'arrivo.
Andiamo con ordine. Per quella che è la partita della vita, del dentro o fuori, il tecnico del Granada Abel Resino disegna un 4-2-3-1 offensivo, con il tridente leggero, composto da Lass, Colunga e Foulquier, alle spalle dell'unica punta El Arabi. L'obiettivo è quello di cercare di pungere in contropiede, al minimo errore del Levante. La squadra di casa si dispone con lo stesso schema. Il match diventa dunque molto spigoloso e teso, una sorta di partita a scacchi, in cui chi commette per primo l'errore paga. Così, dopo una partenza che regala un'occasione per parte (piuttosto pericoloso El Arabi, che impegna severamente Marino), il match si sblocca: fallo di mano commesso da Victòr Camarasa in piena area di rigore. Il direttore di gara Alfonso Alvarez Izquierdo indica il dischetto dove si presenta El Arabi, che non sbaglia e spiazza il portiere. 1-0 Granada dopo soli 13 minuti di gioco. Il Levante si irretisce ed inizia a commettere qualche fallo di troppo, mentre il Granada amministra il gioco senza correre grossi rischi. La partita si fa più accesa anche se il primo cartellino arriva solo al 22'. Non ci sono grosse occasioni da entrambe le parti, anche se i padroni di casa collezionano un maggior numero di punizioni. In pieno recupero il Granada avrebbe la chance per raddoppiare con la conclusione di Javi Màrquez ma il portiere Marino è attento e sventa il pericolo. Primo tempo che si conclude con il vantaggio ospite.
La ripresa per la verità non regala grossi sussulti nel primo quarto d'ora; il nervosismo la fa da padrone e le due squadre commettono falli a ripetizione, anche se i locali si rendono pericolosi con incursioni sulle fasce e spioventi sui quali la difesa del Granada non è sempre impeccabile. Inoltre si infortuna il giocatore del Levante Pape Diop e la gara viene sospesa per ben 4 minuti. Al 72', fallo commesso da Colunga, che sgambetta un avversario a centrocampo. Per l'arbitro è cartellino rosso ed espulsione: Granada in 10 e colpo di scena per l'andamento del match. Decisione forse drastica ma va anche sottolineata l'inutilità del fallo in una zona del campo non pericolosa. Nonostante l'inferiorità numerica Oier fa buona guardia senza correre grossi pericoli ed in contropiede il Granada si costruisce un'altra palla gol: due contro due, Lass punta l'uomo quindi serve El Arabi che si allarga e calcia sul primo palo trovando la splendida risposta in tuffo di Marino. Nuovo colpo di scena al 79', quando tra El Arabi e Ivàn Ramis scoppia un parapiglia, che li porta ad essere espulsi dall'arbitro. Si arriva all'88' ed in casa Granada si spegne la luce: rimessa laterale in favore del Levante, palla che arriva in quasi al limite dell'area; Oier esce dai pali e si avventa sulla sfera ma viene anticipato ed ostacolato dall'intervento di testa di un difensore. La palla finisce a Camarasa che calcia violentemente sul secondo palo, prendendo in contropiede tutto il reparto arretrato degli ospiti. 1-1. In pieno recupero, al 94', arriva la beffa. Cross addomesticato da Uche,abilissimo ad eludere la marcatura e a servire il compagno Barral, liberissimo di stoppare e battere il portiere: 2-1 clamoroso per il Levante, risultato poi mantenuto nei pochi minuti di partita rimasti. Ora la salvezza sa tanto di mission impossible. Forse questa partita rappresentava davvero l'ultimo appiglio per evitare di finire nel baratro di una retrocessione anticipata. Le lacrime di alcuni giocatori, delusi ed amareggiati al termine della gara, valgono più di mille parole.
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