Giampiero Pinzi, oggi al Padova, ha rilasciato una lunga intervista alla tv ufficiale del club veneto ricca di riferimenti alla sua squadra del cuore: “Sono nato a C­­­entocelle, una borgata molto affollata, un’infanzia bellissima, Roma l’ho vissuta li, via dei Castani, facendo le cosi dette vasche, purtroppo a mia madre ho fatto passare le pene dell’inferno, da ragazzo ero un disastro".

“Quando abbiamo vinto lo scudetto (con la Lazio ndr), anzi quando hanno vinto lo scudetto, ero a festeggiare con i tifosi, non ero salito sul pullman, non ho fatto la festa con loro, mi sentivo ancora un tifoso. Quando andavo in trasferta passavo per l’albergo in cerca dei biglietti perché partivo senza biglietti ed Eriksson mi chiedeva che stavo facendo li. Poi capitò che abbiamo vinto 3-0 in trasferta e lui che era molto scaramantico voleva che andassi sempre. Quando Marchegiani mi vide al Circo Massimo con un bandierone in mano voleva che salissi con loro sul pullman scoperto, ma io mi sentivo un tifoso appunto".

"Lazio è “Primo amore”, la passione, tutto quello che un ragazzo può sognare. Udinese è “L’amante” mi sono innamorato anche del Friuli. Chievo è “Un amico”, ambiente molto familiare ed equilibrato, un grande presidente. Brescia un ambiente esplosivo, ambiente anarchico, veniva da un quasi fallimento, però esperienza molto positiva che mi ha permesso di crescere molto. Giocando tanti anni in Serie A ti rendo conto che si ha una visione un po’ distorta della realtà globale del calcio, le categorie inferiori soffrono molto perché non ci sono più gli imprenditori e i soldi di una volta, ci vogliono le idee".

"Inizialmente Almeyda, un recuperapalloni indomabile, poi ho avuto la fortuna di allenarmi con Simeone, un guerriero. All’Udinese mi sono ispirato a Giannichedda, non molla mai anche nelle difficoltà fisiche. In futuro? Non lo so, di sto passo se continuo a giocare mi ritrovo con mio figlio in squadra… Adesso non mi ispira nessuno, cerco di godermi questi anni”.

Sezione: Gli ex / Data: Mer 17 gennaio 2018 alle 09:00
Autore: Davide Marchiol
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