Guidolin racconta come stia vivendo questi momenti lontani dalla panchina ai microfoni di Tuttosport. Questo lo stralcio di intervista riportato da Gianluca Di Marzio sul suo sito.

Guidolin ora fa il commentatore per Fox Sports e soprattutto può gioire per la famiglia, infatti è da poco diventato nonno: “E’ appena nato Gabriel, figlio del mio secondogenito. E’ un’esperienza incredibile che mi rende felice. L’arrivo di un bambino entusiasma la famiglia a e così stiamo vivendo giorni di allegria. Per quel che riguarda gli aspetti professionali lavoro per Fox Sports con entusiasmo, commentare il calcio internazionale mi rende aggiornato su tutto, seguo da vicino anche la Serie A”.

Il tecnico comunque non disdegnerebbe una nuova avventura in panchina: “Una nuova esperienza? Non sto aspettando qualcosa in generale. Sono orgoglioso di ciò che ho fatto in passato. Se poi capiterà qualcosa di interessante e, soprattutto, stimolante allora mi farò trovare pronto”.

Guidolin fa comunque una distinzione tra l'esperienza fatta in Serie A e quella in Premier League: “Purtroppo, c’è tanta distanza tra i due campionati. Lì le partite si giocano tra avversari, non tra nemici. E’ una questione di mentalità. I tifosi vivono il match come un momento di divertimento, le strutture sono all’avanguardia, proprio al fine di promuovere l’intrattenimento del pubblico: gli stadi inglesi promuovono ricchezza. In Italia ciò non è possibile perché, sotto il profilo finanziario, non possiamo ancora competere con i top club britannici”.

Comunque alcuni stereotipi sulla Premier non sono veri: “Non è vero che in Premier si gioca sempre bene, alcuni incontri sono addirittura quasi scadenti. Però, sotto il punto di vista del ritmo di gioco…”.

Impossibile non dare una prima impressione sul rivoluzionario VAR: “Dobbiamo aspettare ancora un po’ prima di giudicarlo, soltanto un big match ci farà capire quanto possa essere incisivo o meno. Io, a pelle, sono favorevole: sono diminuite le proteste sui singoli episodi e, persino sugli spalti, i tifosi sembrano più tranquilli. Però bisogna accorciare i tempi di visione e di decisione: penso ai primi piani di allenatori, giocatori e anche arbitri che attendono il verdetto”.

Sulla lotta per lo scudetto e la lotta salvezza: “Sarebbe brutto se si ripetesse la storia dello scorso anno, quando a gennaio sembrava tutto già definito. Dietro, tutte le squadre sembrano attrezzate per puntare alla salvezza. Penso alla Spal che ha un buon progetto, un gioco consolidato, un’ottima squadra e ha centrato colpi importanti sul mercato. Primi posti? La Juve c’è sempre, il Napoli di Sarri migliora ogni anno ed è lì, e poi c’è l’Inter di Spalletti che può provare a giocarsela. Queste tre per me sono in corse per lo scudetto. I bianconeri hanno un organico molto competitivo e la solita solidità; Hamsik e compagni fanno del loro gioco a memoria una forza mentre i nerazzurri ora hanno un tecnico che può far lievitare il collettivo e ciascun singolo. Un po’ dietro ci sono, a pari merito, Roma e Lazio”.

Non viene citato il Milan di Montella: “Bisogna assemblare un’intera squadra, non è facile. Certo, con un mercato come quello dell’ultima sessione tutto è possibile. Bonucci è stato un grande acquisto e dietro i rossoneri possono giocare a tre. Leonardo mi ricorda Pirlo per come sa avviare la manovra.”

Chiosa finale ricordando la bagarre per il posto da ct in cui è stato coinvolto anche mister Guidolin: “Mi avevano avvertito che in ballo c’eravamo io e Conte, poi hanno scelto lui. Ho vissuto con orgoglio quei momenti e sono grato alla Figc per avermi preso in considerazione. Ora, è il turno di Ventura: ottimo allenatore, conosce il mestiere, lavora tanto e bene, è un insegnante. Ha bisogno di tempo per far vedere sul campo le su idee. Il ko in Spagna? Il c.t. è stato tanto criticato ma per me ha fatto bene a provare a sorprendere gli spagnoli con un sistema di gioco un po’ sbarazzino. La Spagna ora ci è superiore: sapevamo già dal momento del sorteggio che eravamo destinati agli spareggi. Tuttavia, con i tanti giocatori interessanti che abbiamo, sono convinto che andremo ai Mondiali”.

Sembra esserci della discrepanza tra i giovani italiani e quelli stranieri: “All’estero i giovani vengono inseriti prima tra i titolari e quindi crescono più velocemente. Campionati per Under 21 o 23, o anche dedicati alle seconde squadre, sono più competitivi rispetto al nostro Primavera”.

Sezione: Gli ex / Data: Gio 14 settembre 2017 alle 14:00
Autore: Davide Marchiol
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