Tutto in 90 minuti. Il destino dell’Udinese si conoscerà nel giro di poco meno di due ore, domenica 20. Servono tre punti per rimanere tranquilli, per non finire nel pentolone delle diaboliche combinazioni per scampare alla minaccia della retrocessione in Serie B. Dovendo fare un confronto con il calendario delle altre squadre a rischio, il fato ha posto sulla strada dei bianconeri una formazione alla portata, quel Bologna sconfitto all’andata tra le mura domestiche per 2-1. Certo, altri tempi. La magnifica prestazione del Dall’Ara è rimasta, purtroppo, una gemma isolata, oscurata tristemente dal disastroso calvario intrapreso da febbraio ad oggi. Il vero interrogativo è questo: i ragazzi di Tudor saranno in grado di ripetere la straordinaria gara in terra felsinea, ora che hanno le spalle al muro e non ci sono margini d’errore?

Se dovessimo limitarci a quanto visto contro l’Hellas Verona, potremmo affermare che ci sono segnali di ripresa. Certo, da qui al riproporre calcio champagne ne passa, ma l’autostima sembra essersi ricaricata dopo un periodo di batterie scariche. Molto probabilmente, data anche l’importanza della posta in palio ed il nervosismo degli ultimi mesi, è lecito attendersi una prestazione ordinata e concreta. Meglio badare al sodo per ora.

Già, anche perché bisognerà pure confrontarsi con un Bologna già salvo. Se c’era chi affermava che i rossoblù si sarebbero presentati scarichi allo stadio Friuli, l’ultimo episodio avvenuto a Casteldebole deve indurre a non sottovalutare l’avversario di turno. La contestazione di una parte della tifoseria bolognese nei confronti della squadra e, in particolare, del tecnico Roberto Donadoni, rei di aver disputato un campionato deludente, è un campanello d’allarme fin troppo rumoroso per essere trascurato dai bianconeri. Molto probabilmente, i felsinei arriveranno al match di domenica con la voglia di non incassare figuracce e scongiurare l’eventuale ventunesima sconfitta. Niente regali, nessuna agevolazione per la banda di Tudor. L’Udinese dovrà conquistarsi la permanenza sapendo di non avere alcuna certezza o vantaggio psicologico sui rivali. Giusto così, eticamente parlando. Giusto così se si vuole veramente dimostrare di voler voltare pagina. Giusto così, perché per crescere davvero bisogna passare attraverso il cerchio di fuoco dello scontro salvezza da dentro o fuori.

Sezione: Focus / Data: Mer 16 maggio 2018 alle 09:00
Autore: Federico Mariani
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