Coraggio, si riparte. Vien da dire così, a denti stretti e con un tuffo al cuore. Fa male, malissimo, ripensare allo scioccante risveglio di una settimana fa, con la tragedia di Davide Astori. È doloroso ritornare indietro con la mente e duole ugualmente ad immaginarsi su un campo di gioco con grande rapidità, ancora frastornati dalla tragedia. Ma la vita sportiva e non solo impone anche questo. Per l’Udinese, la ripresa coincide con un esame tosto come pochi altri: la Juventus. E per di più i friulani dovranno affrontare la squadra campione d’Italia da nel suo Stadium, un catino divenuto un vero e proprio talismano, dato il significativo contributo alle fortune della formazione piemontese in questi anni. Le occasioni in cui i sostenitori dello stadio juventino sono usciti a bocca asciutta sono meno di una decina, spalmate però in sei campionati. Ed in questa stagione la regola del fortino è stata confermata, con l’unica eccezione del match contro la Lazio, terminato con l’incredibile parata di Strakosha su Dybala all’ultimo respiro su calcio di rigore.

Ecco, quell’incontro è un emblema di quali sono le poche vulnerabilità la Juventus. È una corazzata, completa in ogni reparto, attrezzata per dominare in Italia e vincere in Europa. Sa esaltarsi con un gioco a tratti spettacolare, ma predilige la praticità ed il cinismo, anteponendo questi aspetti all’estetica. Questo è anche il credo del demiurgo dei piemontesi, Massimiliano Allegri. Il tecnico ex Cagliari e Milan ha ereditato una formazione vincente, indottrinandola con maggiore pazienza e versatilità e smussando il lato più fortemente atletico imposto da Antonio Conte. Anche così si spiegano i risultati ottenuti dalla Juventus nel periodo recente.

Come battere i cannibali dell’ultimo lustro di Serie A? In parte una lezione può arrivare dal match del 23 agosto 2015, quello della stoccata vincente di Cyril Thereau. Difesa ordinata e rapidità d’esecuzione: un capolavoro di cinismo davanti ai maestri della concretezza. E poi, un piccolo consiglio potremmo prenderlo da Davide Astori, con il suo modo di giocare ordinato e preciso, mai sopra le righe. Con semplicità, carattere, consapevolezza dei propri mezzi e totale mancanza di sprechi, anche l’Udinese può tentare di sfidare a viso aperto la Juventus dei record. Non bisogna partire battuti, né avere eccessiva presunzione. Serve solamente ricordarsi chi si è, quali sono i propri pregi ed i propri difetti e da lì esprimere il proprio gioco. Basterà? Forse no, per via della superiorità degli avversari. Forse sì, perché non c’è nulla di razionale nel rimbalzo del pallone.

Sezione: Focus / Data: Dom 11 marzo 2018 alle 10:25
Autore: Federico Mariani
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