“Vogliamo alzare l’asticella”. In queste poche ma significative parole pronunciate dal Direttore Sportivo bianconero Manuel Gerolin c’è un sentimento nuovo, quasi dal sapore antico. È da diverso tempo che l’Udinese non si presenta ai blocchi di partenza del campionato con un organico molto solido. Solitamente, i friulani confidavano nella verve del consueto blocco di senatori, confidando magari nell’esplosione di almeno uno tra le tante giovani scommesse. Stavolta, i bianconeri ripartono da solide certezze, rappresentate non solo dai calciatori più esperti, ma anche da ragazzi talentuosi come Seko Fofana e Jakub Jankto. Per la prima volta, dopo tanti anni, l’Udinese inverte la rotta e non cede nessuno dei suoi gioielli. Un segnale forte.

Di conseguenza, le ambizioni della nuova formazione sono diverse rispetto a quelle del recente passato. Non esageriamo: l’Europa, al momento, resta un obiettivo più appetibile per altre formazioni. Tuttavia, c’è indubbiamente l’obbligo di fare di più rispetto alla scorsa stagione, di migliorare quel tredicesimo posto, figlio di tanti alti e bassi. Questa squadra ha valori importanti ed una ricchezza derivante da un mix di giovani e senatori ben costruito, almeno sulla carta. Di conseguenza, ci si aspetta un passo in avanti. Un traguardo realizzabile sarebbe l’ingresso nella top 10, qualcosa che manca dal quinto posto del 2012/13, quando sulla panchina friulana sedeva Francesco Guidolin. Sembra trascorsa un’era. Certo, era anche una squadra rodata, che aveva espresso il meglio di sé nel biennio precedente. Questa nuova Udinese deve ancora dimostrare molto, ma pare avere i mezzi per percorrere una strada altrettanto interessante. Entrare nei primi dieci è indubbiamente un obbligo se si vuole veramente attuare questa crescita da un anno all’altro. In fondo, alzare l’asticella è uno stimolo anche per tanti giocatori pronti ad esplodere definitivamente. Riscrivere un’importante pagina della storia bianconera certificherebbe anche una notevole maturità per molti dei baby talenti inespressi. Fare il salto di qualità diventerebbe un’occasione personale e collettiva. Da domani si ricomincia e vedremo se l’asticella è troppo alta o ci sono i mezzi per il salto di qualità.

Sezione: Focus / Data: Sab 19 agosto 2017 alle 08:00
Autore: Federico Mariani
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