La trama di Fiorentina-Udinese pare sia stata scritta da Sofocle. Del resto, la partita dell’Artemio Franchi ha presentato diversi aspetti comuni ad una delle grandi opere del tragediografo greco. C’è stato un figlio, di nome Cyril e non più Edipo, che ha ucciso il proprio genitore, ossia la creatura di Delneri nelle vesti calcistiche del Laio mitologico. Certo, non mancano le differenze: il protagonista della narrazione ha compiuto l’omicidio senza sapere chi aveva di fronte, mentre Thereau ha siglato la sua personale vendetta sportiva con perfetta e tremenda lucidità. Forse, in cuor suo, è rimasto un pizzico di amarezza perché segnare ad una squadra che rappresenta una seconda casa fa uno strano effetto. Chissà se in fondo ai suoi occhi azzurri c’è stato spazio per un momento di leggero dispiacere verso quei tifosi che tanto gli hanno dato. Sarebbe per certi aspetti romantico pensare che il giustiziere della banda Delneri abbia provato un minimo di compassione per la propria vittima, dopo aver armato il proprio piede destro per colpire mortalmente gli ex amici.

La tragedia, non intesa come genere letterario ma di carattere sportivo, riguarda l’Udinese. Il primo tempo è stato sconcertante. Troppo brutti, troppo fallosi e troppo imprecisi i friulani. Addirittura, persino gli avversari sono apparsi stupiti inizialmente di trovarsi di fronte un’accozzaglia di calciatori incapaci di trovare una trama di gioco accettabile. Mai uno spunto interessante, mai un’azione degna di nota. Nel secondo tempo, la situazione è lievemente migliorata. Poca cosa per poter incutere timore agli uomini di Pioli, ben sostenuti dal grido di battaglia proveniente dagli spalti dell’Artemio Franchi. Il gol di Samir è apparso più come il risultato di una serie di circostanze che il figlio di un preciso schema. Deludenti Jankto e De Paul, confusi ed imprecisi, talvolta frustrati e poco lucidi. Male anche Maxi Lopez, annullato nella morsa di Astori e Pezzella e battuto nel duello a distanza con Thereau. Dietro, il rientro di Widmer non è stato particolarmente memorabile, mentre deve andare nel dimenticatoio l’errore di Bizzarri, titolare per rimediare alle lacune di Scuffet. Beffa tra le beffe. Ecco, lo svarione dell’estremo difensore dà la dimensione del momento no dell’Udinese: se qualcosa può andare male, andrà peggio. Con conseguenze tangibili in una classifica disastrosa. Anzi, tragica.

Sezione: Focus / Data: Lun 16 ottobre 2017 alle 08:00
Autore: Federico Mariani
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