Dopo un mesetto di parziale o totale sospensione delle pubblicazioni, la nostra attività riprende con il lancio di una nuova rubrica d’opinione totalmente dedicata al Mondiale in corso di svolgimento in terra di Russia. Non è che ci ripromettiamo grandi cose da questa nostra esperienza di editazione. Vogliamo solo avere l’opportunità di dire la nostra modesta opinione sulla qualità della manifestazione iridata, che viene annunciata da questo punto di vista come la più “avanti” rispetto alle precedenti edizioni della Fifa World Cup. Più avanti dal punto di vista tecnologico delle riprese, con tantissime telecamere che permettono di valutare le varie situazioni da decine di angolazioni diverse, per una percezione dell’esperienza dal punto di vista visivo davvero totalizzante. Più avanti dal punto di vista delle tecnologie al servizio del rispetto delle regole del gioco, con la Var (Video Assistance Referee) che fa il suo esordio assoluto in una manifestazione di questo genere e cabotaggio. Più avanti dal punto di vista della sicurezza, con l’impiego di ingenti misure e strumenti a beneficio della “sicurità” interna agli impianti gara. Impianti che comunque brillano dal punto di vista estetico: tra di essi ci sono quelle che a nostro avviso sono delle piccole chicche, anche dal punto di vista più generale e funzionale. Ora però veniamo al punto centrale. L’anomalia che contraddistingue questo mondiale attiene al livello di preparazione propedeutica all’esercizio agonistico propria delle formazioni di primo livello che prendono parte al torneo. Scendiamo ora nel dettaglio. Se la Russia che ha inflitto cinque gol all’Arabia Saudita possiamo definirla l’autentica sorpresa di questa prima parte di torneo, la prima delusione ci è stata data dal Marocco che non credevano così fuori giri dal punto di vista del livello agonistico. Le uniche grandi che hanno risposto effettivamente all’appello della forma sono Portogallo e Spagna, artefici di un gran bel 3-3 che ci ha riconciliati con la frizzantezza e la qualità del gioco. La Francia invece ha nutrito ben poco la nostra voglia di risposte specifiche, visto che di un 2-1 scarso scarso appioppato alla pur ostica Australia davvero non ci potremo nutrire per un tempo così prolungato. Anche l’Argentina riteniamo non abbia risposto in maniera sufficientemente rotonda, perché un misero pareggio per 1-1 al cospetto dell’Islanda esordiente al Mondiale ci pare davvero una grandissima delusione inflitta ai calciofili da Messi e compagni. L’ultima grande delusione ce l’ha data nientemeno che il Brasile, per il quale un pareggio di fronte alla pur rispettabile Svizzera ci sembra davvero un miserimmo raccolto. Ora ci viene da pensare che questa insoddisfazione relativa ai risultati delle cosiddette “grandi” sia stata indotta primariamente da un fattore. Può essere subentrato quello che andremo a definire come un “braccetto” di una certa rilevanza. Un blocco psicologico che ha visto le grandi formazioni del torneo avere paura di ciccare proprio la partita d’esordio. Sbagliare la prima gara di un grande torneo non è piacevole per nessuno e indirizza le cose dal punto di vista sbagliato, quindi capiamo il grande peso che si sono trovate addosso le formazioni di primaria importanza nell’affrontare la gara che le metteva se vogliamo in mostra, in negativo o in positivo. Ora speriamo che ogni formazione psicologicamente bloccata abbia modo di rivedere il proprio approccio alle gare, regalandoci il giusto impegno in un mondiale che per il resto promette davvero molto bene…

Appuntamento alla prossima puntata di Pensieri Mondiali e … buon Mondiale a tutti !

Sezione: Focus / Data: Lun 18 giugno 2018 alle 17:00
Autore: Valentino Deotti
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