Una vittoria: brutta a tratti, sporca, cattiva; una vittoria che sa di ginocchia sbucciate, che ci rimanda a spogliatoi non sempre accoglienti nei quali giovava poco ripensare agli errori; una vittoria definitiva.

Perché la GSA avrebbe pagato carissima l’ennesima sconfitta in trasferta (un girone intero, da Forlì a Forlì), che l’avrebbe precipitata nel maxiturbine dell’ottavo posto (dalla sesta all’undicesima ci sono quattro miseri punti); soprattutto avrebbe prolungato l’agonìa del blocco psicologico che attanagliava la squadra nel momento decisivo.

Invece oggi Udine parte malissimo, segnando pochissimo; Reati ne fa sette di fila portando i suoi sul 7-2  alla fine la difesa gli prende le misure e dal campo mette due soli punti); butta male, era facile pensare.

La GSA ha invece il merito, dopo aver toccato il fondo della gara sul 20-30 al diciassettesimo minuto del primo tempo, di non disunirsi e difendere sempre e comunque in maniera aggressiva, fregandosene del metro arbitrale molto fiscale (ma stasera ineccepibile) e consentendo sempre meno a Piacenza.

Appena poi riesce a tirare con medie quantomeno guardabili, passa avanti dando venti punti di parziale in tredici minuti all’Assigeco, chiudendo un terzo quarto difensivamente sontuoso in cui concede ai padroni di casa la miseria di cinque punti con un solo canestro dal campo di Alredge.

Nel quarto decisivo i biancorossoblu provano il tutto per tutto mentre la GSA ricade preda delle proprie paure, incapace di giocare semplice; il sorpasso pare pròdromo di sventure, ma l’A.P.U. di stasera quantomeno ci mette tanto di quel cuore da rendere orgoglioso anche il solito gruppo deciso, capitanato dal Settore D, che ha incessantemente sostenuto i bianconeri al PalaBanca. Udine tiene botta, ripassa avanti con Dykes, Piacenza ha speso troppo e chiude in tranquillità (non pagando nemmeno l’1 / 4 di Ciccio dalla lunetta) 62-55.

Lo ripeto: la posta in palio era importante, di primo acchito lasciamo perdere le ragioni per le quali la GSA non ha vinto di venti contro una formazione decisamente inferiore; perché dalla lunetta si faccia ancora 12 /20 e dall’arco siamo al 25%: la difesa, griffe lardiana, è tornata ed alla grande. Nelle precedenti tre trasferte Udine aveva preso 252 punti, stasera 55 e qualcosa questo vuol ben dire. Alredge, autentico spauracchio piacentino, ha chiuso con dieci punti (di cui sei dalla lunetta) e sole otto carambole mentre Guyton ha fatto ancora meno. Merito del lavoro ai fianchi di Chris (6+7) e soprattutto di Ciccio, migliore in campo, che dopo aver costretto a miti consigli Tessitori oggi infila una doppia doppia coi fiocchi.

Con un Veideman ancora fratello modesto del condottiero Rain, stasera il migliore assieme a Pellegrino è stato Dykes: ha difeso, passato, tirato, spadellato da tre ma infilato la bomba decisiva, quella che spacca la gara e spariglia definitivamente le cose. Delle 17 palle perse friulane solo una è opera sua, segno che il referto che parla di 19 punti, 6 rimbalzi e 4 assist non dice altro che la verità.

Fuori per infortunio Nobile, salutiamo i primi due punti di Maurino Pinton dopo il secondo infortunio; adesso aspettiamo il rientro di Benevellidatre. Tommy Raspino ha sentito aria di vecchia casa facendosi forse sopraffare dall’emozione e giocando malino; Ous, la cui fisicità è penalizzata dal metro arbitrale, chiude a zero punti non essendo quasi mai determinante.

Solito mister utilità Capitan Miki, che infila un paio di canestri spinosi e qualche difesa esiziale; ancora satellitare il Bush, che piazza una tripla siderale e un paio di passaggi illuminanti ma orbita diciassette minuti fuori dal pianeta GSA; ci vuole tempo, lo aspetto in post-season.

Già: questa vittoria vale dieci punti in ottica playoff. Amici baskettari già scrivono ‘le peggio cose’ su come la GSA giochi.

Rispondo loro, pazientemente, che contro squadre come l’Assigeco spesso le gare vanno così. E Udine viene da un periodo decisamente grigio, che senza il fortino-Carnera sarebbe risultato assolutamente nero.

Rispondo che sì, tutti vorremmo vincere 100-39 contro qualsiasi avversaria, ma l’equilibrio del girone a questo punto della stagione è tale che Bergamo si permette di andare a vincere a Montegranaro, issandosi temporaneamente fuori dalla lotta al coltello per l’ultimo posto in graduatoria. E Trieste vince in volata a Roseto, che invece all’ultimo posto rimane.

Adesso sotto con Forlì, per un’altra gara da vincere ad ogni costo. Sarà il giorno del mio compleanno, sarò lontanissimo nel nord della Germania, leggendo notizie sparute da qualche sito informato dei fatti.

E la soddisfazione, già dall’estate scorsa, di aver vaticinato che Udine aveva firmato un centro dalle potenzialità straordinarie. Il quale sta, finalmente, fiorendo.

Sezione: Focus / Data: Lun 12 marzo 2018 alle 13:24
Autore: Franco Canciani
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