Avevo aspettato a bollare come bidone Maxi Lopez, e mi è andata bene. Sennò ora dovrei porgere sentite scuse cospargendomi il capo di cenere. L’Udinese vista contro il Genoa nel primo tempo è una squadra quadrata, veloce, agonistica al punto giusto e con tanta voglia di sgarfare. Nel secondo tempo abbiamo avuto un cedimento importante, ma per la prima volta da tanto tempo (forse dalla partita casalinga con la Juventus dell’anno scorso) non ho visto errori madornali in difesa, individuali o di schieramento che siano.

Ho detto, e lo ripeto, che quest’anno guarderò la squadra con occhio critico sì, ma aspettandomi una crescita graduale. E’ da qui che voglio iniziare, da quello che ho visto di buono: nel primo tempo, fase passiva, Lasagna spesso scendeva sulla fascia sinistra a dare man forte a Jankto e Barak saliva a pressare il portatore di palla. Il pressing dei bianconeri era alto con una specie di 4411. La fase difensiva, cioè, partiva dal centrocampista più tecnico, un po’ quello che avevo visto l’anno scorso con Kums in campo. Nel secondo tempo, non so se per scelta tecnica o per mancanza di ossigeno, Barak è calato e non ha più dato quell’apporto tattico basilare per il bel gioco del primo tempo. Perché è vero: più metti in difficoltà l’avversario, più è facile giocare bene di rimando. I numeri diranno che il ceco esordiente come titolare non ha recuperato nemmeno un pallone, ma il suo “sporcare le linee” del portatore palla è stato determinante.

Riscontrato un miglioramento nella fase difensiva, grazie soprattutto a un atteggiamento diverso del centrocampo, passiamo ad analizzare la fase d’attacco. Bene Lopez, che non so dove abbia nascosto la lavatrice di cui parlava Mihajlovic e che magari, il mercoledì della prossima settimana, potrà togliersi qualche sassolino dalle scarpe (lo speriamo tutti, visto che al Friuli si giocherà Udinese Torino). La prestazione di Lopez è la riprova che una prima punta non necessariamente deve correre molto per giocare bene; la capacità di giocare a calcio è ancora basilare, è un qualcosa che non tramonterà mai. Un paio di assist a Lasagna e compagni sono stati da applausi, ma anche qua, è stato l’atteggiamento ad essere quello giusto. Particolare discorso va fatto su Lasagna; più di lui, in campo, hanno corso solo due compagni ed un avversario. Ha avuto la velocità massima di scatto (in progressione), qualitativamente parlando è stato l’emblema del giocatore che sgarfa, ma… C’è un ma: due tiri effettuati e due fuori, non ha mai preso lo specchio della porta e forse il terreno e la tanta corsa possono aver inciso. Ha perso dieci palloni, troppi. Il giocatore va fatto passare per le cure di Miano. E’ ancora un diamante grezzo. Potrà diventare un crack? Lo dirà il tempo, ma per prima cosa deve imparare a centrare la porta, è il sine qua non di un attaccante che ha sostituito l’anarchico Thereau con una prova che ha fatto scaldare i cuori. Bene infine Jankto e De Paul, liberi dall’ingombrante presenza del francese ceduto, che hanno potuto seguire linee e geometrie di squadra per tirare fuori buona parte delle loro potenzialità.

La cessione di Thereau ha del tragicomico: si è parlato più di lui che di Totò Di Natale quando giocava. Incredibile visto l’abisso che separa i due giocatori. Eppure la sua cessione ha portato nello sconforto un ambiente che pare essersi adattato all’andamento schizofrenico della squadra in questi ultimi quattro anni. Da più parti si era sentito bollare Maxi Lopez e Behrami come bidoni, invece… Invece il primo ha fatto una signora partita per un’oretta circa. Il secondo è forse l’unico nostro giocatore a non essere calato di forma nonostante gli impegni in nazionale e il campo (molto) pesante nel secondo tempo. Anzi, Behrami sembra essersi candidato per diventare leader e capitano “ufficioso” di questa squadra.

Veniamo invece a ciò che non va. La forma atletica non è ancora accettabile, la squadra è durata 40 minuti nel primo tempo, poi ha iniziato a tirare il fiato. Non vivendo a Udine non posso fare una domanda molto semplice al tecnico di Aquileia: la preparazione estiva è stata fatta per rilasciare energie nel proseguo del campionato o per mantenere la forma come va di moda negli ultimi anni. Nelle amichevoli avevo visto gambe molto pesanti anche a pochi giorni dall’inizio della stagione. Se il ritiro è stato fatto “alla vecchia” allora tutto ok, la squadra verrà fuori col tempo e non perderà mai lo stato di forma (nemmeno a primavera), altrimenti c’è qualcosa che non va.

Bene. Riscontrato che Maxi Lopez non ha nessuna lavatrice sulla pancia e che Behrami è tutt’altro che un bidone arrivato da oltremanica, passo a un ultimo commento. La VAR tanto odiata dai giornalisti e commentatori della “prima repubblica” del calcio. E’ semplice dare un giudizio, basta guardare le ultime due partite dell’Udinese. Un arbitraggio ottimo, a Ferrara, ed uno negativo a dir poco, al Friuli. Senza la VAR avremmo perso lo stesso contro la Spal, per 2.1, ma qualcuno avrebbe potuto recriminare sul rigore non dato senza considerare il passaggio di Danilo. Scuse per non affrontare i problemi. Contro il Genoa, i rossoblu sarebbero rimasti in 11 nonostante un fallaccio da censurare anche come intenzione. In entrambi i casi, le partite sono andate come dovevano andare e nessuno può recriminare. Giustizia (termine poco conosciuto nella penisola) è stata fatta.

E già fremo e temo nell’attesa della prossima domenica. Voglio rivedere l’Udinese del primo tempo, ma con quella “sana paura” del maestro Giudolin. L’importante, in ogni caso, è sgarfare!

 

Sezione: Editoriale / Data: Mer 13 settembre 2017 alle 19:19
Autore: Giacomo Treppo
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