L'Udinese che si muove sul mercato ricorda molto l'Udinese che scendeva in campo. Partiva bene per i primi minuti, poi si arrendeva, si demoralizzava. Nei primi giorni le notizie che sono arrivate erano molto buone: la conferma del furlan Scuffet fra i pali per il prossimo anno, il progetto di far crescere Meret prima di cederlo, l'italiano Pezzella per la difesa dove manca un terzino sinistro di ruolo. Bene, benissimo a mio avviso, anche l'interessamento per Zampano e Bisoli. A volte sono solo dicerie inventate ad arte dai giornali, ma visto il prolungarsi delle voci senza smentite gli interessamenti dovrebbero essere sinceri. L'Udinese si è anche buttata sul mercato della prima punta italiana, ma qua viene il problema. Ancora nulla.

Il ritiro dei bianconeri entra nel vivo, e per un allenatore come Delneri che insegna calcio è indispensabile avere se non proprio l'undici titolare a disposizione, almeno un uomo per ogni ruolo. Ci manca la prima punta, l'uomo basilare per il suo gioco. Non è poco.

Falcinelli sembra attratto più dal contratto che dalla possibilità di giocare, e per un ragazzo che ha giocato bene solo un girone di serie A, forse il più balordo della storia visto che buona parte dei verdetti erano decisi a gennaio, non è un bellissimo segno. La voglia, la rabbia, gli occhi della tigre ci sono? O anche lui si nasconderà dietro al procuratore di turno, come già fatto da altri, in altri ruoli, quest'estate? Pavoletti ha fatto bene a Genoa, squadra di medio bassa classifica, come attualmente siamo noi. E' andato a Napoli e ha combinato ben poco, probabilmente anche per il gioco particolare di Sarri. Ma merita un contratto con ingaggio simile a quello di Di Natale? Non scherziamo... Viene poi la promessa del calcio Favilli, al primo anno da professionista un buono score, non certo esaltante, ma di buon auspicio. La richiesta avanzata dall'Ascoli è ridicola, se è vero quello letto sui giornali.

E così l'Udinese che, a mio modesto avviso, ha avuto il suo peggior difetto nel sottovalutare troppo a lungo il mercato italiano, si ritrova ora, paradossalmente, a subire una delle poche situazioni in cui ad essere sopravvalutati sono proprio gli italiani. Attaccanti bravi, certo, ma non da venti gol a stagione, che si aspettano di essere pagati come star del calcio per un'annata buono o poco più. E' il mercato, è fatto così, è sbagliato e ha le cosiddette bolle speculative. Quest'anno hanno interessato il "solito" assistito di Raiola e gli attaccanti.

Mi par di contraddire me stesso, ma a questo punto l'Udinese farebbe davvero bene a scandagliare e pescare nel mercato sudamericano. Possibilmente l'argentino, visto che è il calcio più simile e più affine al nostro. Per importi di cartellino prossimi se non più bassi e per uno stipendio in linea con le politiche societarie, si può trovare l'attaccante che fa per noi, per il gioco di Delneri, per lanciare in gol Monsieur Thereau, il giovane Lasagna o il volonteroso Perica. Dalla nostra abbiamo un DS che conosce bene il mercato extraeuropeo, Gerolin, un altro furlan (d'adozione).

E incrociamo le dita, perché ritardare il lavoro tattico sulla prima punta può portare a una perdita di punti in campionato. Ancora una volta ritengo che una società accorta, visti i tempi che si sono ristretti nel calcio, deve programmare a gennaio per il luglio successivo. La società di è ben mossa con Lasagna, ora si trova indietro con la prima punta e questo può complicare tutto il mercato bianconero.

Sezione: Editoriale / Data: Gio 20 luglio 2017 alle 09:32
Autore: Giacomo Treppo
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