La partita contro il Sassuolo appare, ad occhi poco attenti, senza particolare significato. Gli emiliani hanno detto addio anzitempo ai sogni europei, i friulani sono salvi dalla seconda giornata di ritorno quando, perdendo contro l’Empoli, di fatto hanno ammazzato il campionato sul fronte salvezza. E’ un paradosso, ma tanto è.

E’ umano che le motivazioni siano basse; è altrettanto logico che la società voglia gestire il girone di ritorno come officina, come trampolino di lancio non tanto per i giovani (ancora acerbi) quanto per una mentalità che dovrà essere costante il prossimo anno. 

Tante volte ho scritto che la prossima sarebbe stata la partita della maturità, della continuità, e alla fine mi ero addirittura stancato. Quest’anno però, fino a prima della sosta, l’Udinese ha convinto senza particolari soste. Le partite della maturità sono state superate: tre vittorie contro Pescara Palermo e Crotone. Gli anni passati sarebbero state sconfitte.

La partita di domenica è importante perché ci dirà se tutta l’Udinese, ma specialmente i giocatori, meritano la maglia o sono dei semplici prestatori d’opera senza sentimenti, senza coinvolgimento. Non voglio fare discorsi moralisti, non è mia abitudine. Quello che scrivo è invece puramente pragmatico: la mentalità che vuole portare Delneri è fatta di un lato emotivo, non solo di giocate offensive. L’impegno che da inizio anno è una costante in giocatori come Felipe, Widmer, Karnezis e Hallfredsson (al di là della riuscita o meno della prestazione che ne deriva) deve proseguire per tutto il girone di ritorno, espandersi ed andare a toccare specialmente i giovani.

Delneri deve trovare le armi per battere vari “nemici”. Il primo è il Sassuolo, che dopo mesi di infortuni e sfortuna ha ritrovato un proprio assetto e una certa continuità di rendimento. Che viene da una sconfitta casalinga bruciante e vorrà sicuramente chiudere il campionato in una posizione più consona alle sue potenzialità. Il secondo è, come già detto, il lassismo che abbiamo riscontrato a Udine, colpevolmente sopportato dalla società, negli ultimi anni. Un altro girone di ritorno a 15 punti sarebbe veramente una vergogna. Il terzo, quello a mio modo di vedere più difficile da sconfiggere, è dato dai chilometri. E’ sotto gli occhi di tutti che la squadra bianconera ha un calo nel finale: si è visto contro l’Empoli, contro il Chievo e contro la Fiorentina. E’ inoltre evidente che Jankto e Fofana tirano il fiato e sbagliano passaggi e movimenti semplici, chiaro sintomo di mancanza di ossigeno. 

La squadra di Iachini correva in media 100 km a partita, mentre quelle di Delneri ne corrono 110 e oltre. A lungo andare, e specialmente in questo periodo con i campi pesanti, le cose si sommano e determinano anche una difficoltà atletica che potrebbe (ma il condizionale è d’obbligo, dopo le ultime stagioni) essere confusa con mancanza di motivazioni. Penso che un perfetto esempio sia Thereau, ha tirato la carretta per molte partite dell’andata; corre a tutto campo anche ora, ma manca di lucidità.

Per porre rimedio a questo “inconveniente” bisogna fare un richiamo di preparazione, o comunque lavorare molto sull’aspetto atletico e tattico (la tattica è un’armatura che deve andare d’accordo con la fisicità della squadra, è ovvio). A questo deve ovviare Delneri, il Gigi da Aquileia al quale si chiedono altri 25 punti nel girone di ritorno.

Domenica non è la partita della maturità: abbiamo già visto nel girone di andata che la squadra sa vincere contro le compagini più deboli e le uniche due battute di arresto sono avvenute fuori casa, Cagliari e Empoli. La sconfitta contro la Fiorentina fa arrabbiare per la mancata reazione dopo il 2.0, ma è avvenuta in maniera un po’ rocambolesca (secondo gol chiaro autogol e terzo su rigore molto veniale, ben più di quello subito da Widmer). Domenica, la partita contro il Sassuolo ci dirà che tipo di campionato vuole fare l’Udinese, cosa vuole diventare ora che sta diventando (tornando) adulta. Ci dirà se manca la volontà o se si riesce a gettare il cuore oltre ostacolo. Non sono ammessi passi falsi domenica. Bisogna cercare la vittoria, in ogni modo.

Sezione: Editoriale / Data: Mer 15 febbraio 2017 alle 18:52
Autore: Giacomo Treppo
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